Inter, il ‘maestro’ Conte

Analisi su Conte e la sua Inter a due giorni dalla sconfitta col Milan e dopo le prime quattro giornate del campionato di Serie A

Antonio Conte e Lele Oriali (Getty Images)

Conte è stato anestetizzato a Villa Bellini o si è anestetizzato da solo, sarebbe interessante saperlo ma una cosa è certa: il cambiamento, quasi rivoluzionario, del suo modo di intendere il calcio. Anche lui si è adeguato, o meglio dire fatto persuadere dalla moda estrema di oggi che vede squadre senza più una difesa, senza difensori che sappiano anzitutto difendere. E’ la moda dei cosiddetti ‘Maestri’, che tanto piacciono ai media mainstream e molto meno ai tifosi visti i risultati. E l’Inter contiana è uno dei diversi, troppi emblemi di questa moda in cui vincere è diventato secondario: otto i gol incassati da Handanovic e compagni, e potevano essere di più nelle prime quattro giornate di campionato. Un numero allarmante, come le dichiarazioni post derby dello stesso tecnico interista. Un numero non certo da squadra scudetto o che ambisce a tale traguardo. Da questo punto di vista serve una inversione di rotta, che Conte svesta i terribili panni del ‘Maestro’ tornando a ragionare su un calcio prima di ogni altra cosa vincente (il suo lo era) e non solo bello ammesso che quello dell’Inter lo sia. Per noi non lo è e non può mai esserlo quello di una squadra, specie se grande, totalmente priva di equilibrio.

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