Inter, da Istanbul a Moenchengladbach: la Champions (fin qui amara) di Conte

Il cammino di Conte in Champions, nell’arco della sua carriera da allenatore, è stato finora avaro di soddisfazioni. Il massimo che ha raggiunto sono i quarti di finale

Antonio Conte (Getty Images)

“Tutte le volte che Conte partecipa alla Champions fa una grandissima fatica”. Quello che ha detto Antonio Cassano, in diretta nel canale Twitch di Bobo Vieri, è verissimo se si analizza appunto il cammino del tecnico salentino nella massima competizione europea per club, anche se va sottolineato che non ha mai avuto una squadra in grado di poterla vincere. Con la Juventus, nella stagione 2012/2013 che sanciva tra l’altro il suo debutto in Champions come allenatore, si è spinto fino ai quarti che ad oggi rappresenta il personale massimo traguardo, con l’eliminazione arrivata per mano di un Bayern Monaco vittorioso per 2-0 sia all’andata che al ritorno e poi della finale contro il Dortmund allora di Klopp.

Nella stagione successiva un deciso passo indietro, uscita già ai gironi con la memorabile sconfitta a Istanbul contro il Galatasaray di Mancini, su un campo ai limiti dell’impraticabilità causa neve (cosa sottolineata da Conte, uno che quando perde la colpa non è mai propria). Scivolato in Europa League, perse poi in malo modo la semifinale col Benfica mancando l’opportunità di giocarsi la finale in casa, a Torino. Al Chelsea, nel 2017/2018 dopo una Premier stravinta e un grande percorso con la Nazionale, Conte ottiene l’accesso agli ottavi dove viene buttato fuori da un Barcellona nettamente più forte. Con l’Inter la storia è nota: l’anno passato fuori alla fase a gironi, nonostante a parte il Barça gli avversari (Dortmund e Slavia Praga) non fossero così insormontabili.

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Quest’anno c’è il forte rischio che possa andare uguale, se non peggio considerato che nelle prime quattro partite ha conquistato la miseria di due punti e già domani, in caso di mancata vittoria contro il Borussia Moenchengladbach, potrebbe dire addio al torneo con una giornata d’anticipo, per quella che sarebbe la più brutta Champions nella sua carriera di tecnico. Ma se esiste ancora una minima speranza per gli ottavi, be’ vale la pena giocarsela fino in fondo…

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