Inter, il noto deejay Claudio Cecchetto autore insieme a Max Pezzali del nuovo inno della squadra milanese ‘I M INTER (Yes I M)’ è stato intervistato per avere un’opinione sulla sua nuova ‘innovazione’ che per il momento ha avuto pareri positivi
INTER CECCHETTO INTERVISTA/ Il noto deejay Claudio Cecchetto, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per avere le sue spiegazioni sul nuovo inno dell’Inter, ‘I M INTER (Yes I M)’, che ha scritto insieme a Max Pezzali e Mirko Mengozzi. Queste le sue prime dichiarazioni: “Era stato spoilerato e aveva già ottenuto due milioni di visualizzazioni, ma non era ancora la versione definitiva. Siamo particolarmente contenti perché per la prima volta un inno calcistico è cantato anche da una donna (Caterina Mastaglio ndr), a sottolineare l’importanza dell’uguaglianza di genere. Non ci rivolgiamo soltanto ai tifosi, ma alle tifoserie, ormai gli stadi sono pieni di donne e famiglie“. Gli hanno fatto notare che, nelle parole della canzone c’è anche un riferimento ai cugini rossoneri con la frase: “Non siamo scesi mai all’inferno” e il presentatore ha detto: “È scherzosa, ironica. Diamo del diavolo ai diavoli, saranno felici…”. Claudio Cecchetto ha anche dichiarato che ‘Pazza Inter’ era un inno molto amato dai tifosi (anche se con l’avvento degli Zhang si prediligeva ‘C’è solo l’Inter‘ ndr), ma che c’era bisogno di novità e ha spiegato: “I cambiamenti sono sempre difficili, ma bisogna farli. Ricordo quando fondai Radio DeeJay dopo sette anni dall’inizio delle radio private, ma dovevo pure cominciare! “Pazza Inter” è legata al Triplete, dopo tanti anni è giusto cambiare con un brano legato allo scudetto. Chi mi conosce sa che sono sempre stato un innovatore e riconosco l’innovazione negli altri, è questo il bello, è pensare al futuro“.
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Per il momento, i dati gli stanno dando ragione visto che la nuova canzone, che è stata presentata ufficialmente prima della partita con la Roma, è già entrata nelle top ten di iTunes e scherzosamente in merito ha dichiarato: “Era la sera del 9 marzo 1908, erano poco più di 40, oggi siamo milioni”.