Inter: Simone Inzaghi è arrivato ad allenare i nerazzurri in un periodo non semplicissimo per il club, ma non tutto il male viene per nuocere
L’Inter, ormai da qualche mese, sta vivendo un periodo complicato. Un momento difficile che ha visto Antonio Conte, Achraf Hakimi e Romelu Lukaku lasciare Milano (Eriksen ai box). In tutto questo, il nuovo tecnico Simone Inzaghi ha provato ad imporre il suo gioco nel miglior modo possibile anche senza il talento marocchino e il centravanti belga.
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Le domande da farsi sono due e sono molto semplici: cosa cambia rispetto allo scorso anno e, soprattutto, quel che cambia basterà per essere ancora competitivi?
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Ineccepibile. L’Inter, rispetto alla scorsa stagione, ha perso pedine di altissimo livello. Conte, Hakimi, Lukaku. Ma focalizzandoci sul presente, cerchiamo di scoprire come sarà la – diversa – Inter di Simone Inzaghi. Innanzitutto, dal punto di vista estetico cambia veramente tutto. Nelle prime uscite pre-stagionali, abbiamo visto una squadra che gioca veramente bene, e il primo gol alla Dinamo Kiev lo dimostra. La squadra allenata dal tecnico piacentino sembra molto più incentrata sui passaggi di prima e le verticalizzazioni rispetto al passato recente quando, in verità, gli uomini di Conte puntavano più ad aspettare l’avversario e ripartire velocemente per cercare di far male alla retroguardia opposta – caratteristica, quest’ultima, rimasta anche alla squadra attuale.
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Detto ciò, è una squadra ancora competitiva, in grado di lottare nuovamente per lo scudetto? Difficile dirlo. Sulla carta sembra indebolita sulla fascia destra – Dumfries è tutto da scoprire, per quanto fare meglio di Hakimi sarà un compito decisamente complicato – e in attacco – anche se il sostituto di Lukaku non è ancora arrivato – ma è pur vero che tante cose sono cambiate e valutare, nel bene o nel male, tre amichevoli come fossero partite ufficiali è un errore non da poco. Non ci resta che aspettare il match di campionato contro il Genoa e le uscite europee di Champions League: tutto, comunque, è nelle mai di mister Inzaghi e dei suoi giocatori; senza disperarsi, però, perché di situazioni difficili, dopotutto, quest’ultimi ne hanno passate tantissime (vero Brozovic e Ranocchia?).
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