La pesante sconfitta rimediata fuori casa contro la Lazio lascia molto amaro in bocca all’Inter, sempre costruttrice del gioco
Terminato il big match tra Lazio e Inter allo ‘Stadio Olimpico’ di Roma col punteggio di 3-1 in favore dei padroni di casa, è tempo di bilanci a partire proprio da queste due cifre. Bugiarde, dato quello che si è visto in campo sin dai primissimi minuti di gioco. Perisic svaria sulla corsia di sinistra capace di servire e tentare la conclusione, Dzeko reattivo sulle palle alte. La chiave resta il centrocampo, dove i suoi protagonisti (primo fra tutti Barella) hanno interpretato egregiamente il compito di creare superiorità ed occasioni con inventiva da una parte all’altra del campo con cambi di gioco rapidi ed efficaci. Ed è proprio da un lancio di Dimarco che giunge ai piedi di Barella poi steso da Hysaj che arriva il calcio di rigore firmato da Perisic dopo appena 12′. Il resto della partita prosegue sullo stesso filone, lasciando alla Lazio di Sarri meno possibilità di vedere la porta, tranne nell’occasione del rigore fischiato dall’arbitro su fallo di braccio di Bastoni e realizzato dal solito Immobile al 64′. Dopo l’inevitabile pareggio accade l’impensabile: in un’azione concitata Felipe Anderson trova il modo di insaccare a porta vuota il 2-1 ma è polemica da pluriammonizione per il mancato fair play in un’azione precedente di Dimarco che resta giù, infine il beffardo 3-1 al 90′ di Milinkovic-Savic che chiude i conti.
LEGGI ANCHE >>> Lazio-Inter, Inzaghi: “Ci è mancato il secondo gol, poi abbiamo perso la testa”
Prima sconfitta in campionato per l’Inter, beffa Inzaghi dalla Lazio
Giunge così la prima sconfitta in campionato in una partita che sembrava avere il vento a favore dei nerazzurri. Difficile dire cosa non ha funzionato in un’Inter che ha espresso il suo solito gioco di sostanza ma sfortunato nel subire in più di una circostanza l’arrembaggio avversario ed essersi lasciato sopraffare dal nervosismo di fine gara. Amaro il rientro di Inzaghi a Roma nel suo vecchio stadio, di fronte ai suoi ex tifosi e la sua ex squadra, quasi indispettita – e ‘vendicatasi’ – del suo cambio di panchina. Adesso testa alta e si riparte.