La società dell’Inter ha deciso di agire con misure drastiche nei confronti di tre magazzinieri ed è subito protesta
La decisione da parte della società nerazzurra di voler licenziare tre magazzinieri del proprio staff ha scatenato non poche lamentele da parte del sindacato ‘CGIL‘, i cui manifestanti si sono recati fin sotto le porte della sede di Viale della Liberazione in Milano. Un primo segno di disappunto era giunto una ventina di giorni fa attraverso l’affissione di uno striscione di protesta in cui era scritto “Caro Zhang i dipendenti non si toccano“, proprio quando i tre magazzinieri in questione erano stati sospesi dalle loro mansioni per una scelta aziendale di voler “esternalizzare l’attività ad una società terza”. Nonostante i tentativi dei sindacalisti di chiedere il reintegro delle tre figure, l’azienda ha fermamente deciso di interrompere il rapporto di lavoro a partire dal primo novembre al termine della scadenza del blocco governativo sui licenziamenti.
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Inter, CGIL spiega: “Quegli stipendi non pesano”
Come spiega CGIL in una nota, le somme degli stipendi percepiti dai tre magazzinieri non è che una minima parte di uno stipendio medio di un calciatore tesserato col club. “Riteniamo che questa decisione (il licenziamento, ndr) non sia affatto accettabile e chiediamo che la società torni sui suoi passi, dall’alto dei valori di uguaglianza, rispetto e fratellanza che tanto vanta di possedere”, conclude il comunicato.