Alla scoperta della formazione campana guidata da Colantuono in vista del match agli antipodi contro l’Inter
Fino a solo dieci anni fa la Salernitana ripartiva dalla Serie D in occasione della terza rifondazione nella sua storia. Il cammino è stato piuttosto florido, tanto da fare ritorno in Serie A dopo 22 anni.
Ritorno, almeno finora, piuttosto insoddisfacente: in 17 partite disputate di cui 2 vittorie contro Genoa e Venezia, 2 pareggi e 13 sconfitte, il club granata ha raccolto il magro bottino di 8 punti venendo relegata come fanalino di coda della classifica dietro al Cagliari (10 punti) anch’essa nella fase più nera degli ultimi anni. Solo 11 i gol segnati, ben 37 quelli subiti a conferma di un livello tecnico nettamente inferiore rispetto ad almeno tre quarti degli altri club del campionato. In occasione della diciottesima giornata, la penultima prima della sosta natalizia, la Salernitana ospiterà in casa presso lo ‘Stadio Arechi’ l’Inter di Inzaghi capolista. Una sfida agli antipodi tutta da giocare ma l’ago della bilancia pende inevitabilmente in favore dei favoriti alla conquista finale del titolo di campioni.
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A rombo o albero, la disposizione degli uomini di Colantuono
Il tecnico Stefano Colantuono è subentrato lo scorso 17 ottobre all’esonerato Castori, ma la mossa sembra non aver sortito grandi effetti sulla qualità del gioco della Salernitana. Il modulo prevalentemente utilizzato è il 4-3-1-2 a rombo, con un mediano davanti alla difesa che è il vertice basso del centrocampo composto da altre due mezzali ed un regista avanzato a fungere da raccordo con la coppia di attaccanti. In diverse circostante è stato tuttavia utilizzato anche il 4-3-2-1 ad albero, costringendo il centrocampo a stringersi maggiormente per vie centrali e salendo compatto in avanti. Di rado viene adoperato il 3-5-2 per dare maggiore intensità al gioco offensivo, finora molto scarno. Gli uomini più pericolosi sono il centravanti Simy e il tramontante fuoriclasse Ribery, attualmente alle prese con qualche problema fisico.