Avevano incominciato la stagione col piede sbagliato, adesso viaggiano sulla cresta dell’onda: plauso speciale al tecnico
Estate 2021, l’Inter deve affrontare tre nuove situazioni all’interno del suo mazzo di carte: cede Hakimi al PSG e trova in Dumfries il rimpiazzo sulla corsia di destra; perde Eriksen per il tragico evento occorso durante gli Europei e chiama Calhanoglu al suo posto dalla cugina rossonera; si ritrova senza Sanchez continuamente bombardato da problemi fisici a partire da maggio.
Nonostante l’enfasi iniziale dei trasferimenti che fanno sempre scalpore, per i primi due calciatori (escludendo momentaneamente l’indisponibile attaccante cileno che pur non ha brillato) le prestazioni nella prima fase di metà campionato deludono una dopo l’altra a vista d’occhio. Del mazzo iniziale, tre le carte coperte. Sarà stato un problema di ambientamento in una realtà diversa, sarà stato lo studio di una lingua difficile (soprattutto per l’olandese alla prima esperienza in Italia), sarà stata una questione di affaticamento per i numerosi impegni: sarà quel che sarà oggi qualsiasi motivazione si possa scovare non importa più. Calhanoglu ha ritrovato la vista di falco, il piede gentile, la scintilla vincente per la bordata improvvisa; Dumfries giganteggia in copertura e s’invola sulla fascia come un treno diesel inarrestabile finché giunto al capolinea non serve palloni su piatti d’argento; Sanchez è il figlio risorto del ‘Biscione’ che striscia tra gli avversari, si gira, imposta, scodella il pallone e all’occorrenza segna pure. Che rinascita incredibile, ora le carte sono scoperte.
LEGGI ANCHE >>> Rischio senza la Champions: all’Inter a prezzo di saldo
LEGGI ANCHE >>> Bergomi: “Le prossime partite sono tutte da approcciare con grande impegno e solidità”
Inter: Calhanoglu, Dumfries e Sanchez rinati sotto la guida di Inzaghi
Per quanto si possa dire che ciascuno dei tre profili summenzionati vanti qualità eccelse nei ruoli rispettivamente ricoperti, buona parte del merito della loro trasformazione in assi infallibili della cavalcata dell’Inter verso il primato in Serie A va data al mister Inzaghi. Averci creduto sin dal principio, anche quando nessuno avrebbe più scommesso una lira, è stata una vera magia. O forse più semplicemente un atto di fede puro e disinteressato. Perché le cose belle arrivano col sudore, col duro lavoro, con l’attesa, dando tempo al tempo; non bruciando le tappe, non gonfiandosi di vane aspettative. I nerazzurri, ora più che mai al completo, sono tornati ad essere campioni temibili.