Decisione difficile per il difensore serbo dell’Inter, reduce da un’operazione invasiva alla schiena che ne limita la condizione fisica
Giugno 2022 è il limite ultimo della durata di contratto che lega Alexandar Kolarov all’Inter, dopo due stagioni e poche apparizioni all’attivo. Contratto che non verrà rinnovato senza ombra di dubbio.
Anzi, è molto probabile che il calciatore decida di ritirarsi dal calcio giocato per dedicarsi ad altre attività. La causa va ricercata non soltanto nell’avanzata età anagrafica (36 anni) – sebbene si conoscano numerosi casi di calciatori professionisti over-40 – quanto piuttosto negli strascichi dell’operazione alla schiena effettuata lo scorso maggio che ne ha limitato enormemente la condizione fisica. Kolarov, si legge sul ‘Corriere dello Sport’, è un importante uomo spogliatoio ed Inzaghi lo ha utilizzato poche volte nel corso di partite dal risultato già assicurato.
Dalle stradine di Belgrado alle vie di Milano, la ricca carriera di Kolarov
LEGGI ANCHE >>> Svolta in arrivo: 10 milioni a stagione | Per l’Inter la ‘rincorsa’ è finita
LEGGI ANCHE >>> Inter dominatrice della Serie A: c’è la ‘minaccia’ di Conte
Dopo essersi distinto tra le fila dei due club serbi del Čukarički Stankom e del OFK Belgrado, il giovane terzino sinistro Kolarov approda per la prima volta in Italia nel 2007 per vestire la maglia della Lazio con cui vince Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Le migliori soddisfazioni sono state raggiunte nel frangente 2010-2017 col Manchester City, venendo premiato come migliore calciatore serbo dell’anno 2011 ed aggiungendo al palmares personale due Premier League, una Coppa d’Inghilterra, due Coppa di Lega Inglese ed una Supercoppa d’Inghilterra. Il successivo trasferimento alla Roma, dove vi è rimasto per quattro stagioni totalizzando 100 presenze e 17 reti, ha definitivamente chiuso il cerchio di un calciatore che ha dato un enorme contributo al calcio internazionale. Nella breve esperienza con l’Inter, con cui ha vinto lo scudetto lo scorso anno, ha infatti ricoperto più il ruolo di uomo spogliatoio lasciando spazio sul campo a compagni di reparto più freschi.