Dai primi passi con l’Atalanta alla solidità nella difesa a 3 di Inzaghi, Bastoni continua a crescere anche in ottica Nazionale
Il percorso intrapreso da Alessandro Bastoni sin dagli albori della sua (ancora giovane) carriera da calciatore professionista è da poter paragonare ad un ruscello di montagna che, col suo fluire lento e flebile, si incunea fra rocce e pareti sino a trasformarsi a valle in un fiume impetuoso.
Dapprima un esperimento all’interno dei ranghi di Gasperini con la maglia dell’Atalanta, squadra con cui ha completato l’intero percorso di crescita giovanile, Bastoni ha macinato una preziosa esperienza in prestito al Parma e poi è divenuto man mano sempre più considerato dall’allora neo tecnico dell’Inter Antonio Conte al posto di un titubante Godin. L’aver preso maggiore consapevolezza delle sue qualità di difensore centrale roccioso ma allo stesso tempo rapido ed agile lo ha catapultato nell’avventura targata Inzaghi sotto una nuova luce, ancor più rifulgente. Tant’è che nella prima fase della attuale stagione, tra campionato e coppe, Bastoni si è evoluto in un talento indiscusso.
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Bastoni simbolo della difesa 2.0 con Skriniar e de Vrij
Potrebbe essere definito uno dei nuovi esponenti della difesa 2.0, quel reparto in cui non serve più essere soltanto ‘grandi e grossi omaccioni’. Nel calcio moderno ad un difensore servono anche astuzia, intelligenza tattica, saper imbucare il pallone nella direzione giusta… e ogni tanto sapersi spingere anche oltre la metà campo. Doti che accompagnano Bastoni ai più esperti Skriniar e de Vrij. Il trio, nella sua completezza, è di fatto uno dei più solidi d’Europa. Non è un caso: Inzaghi ci ha visto lungo e ci scommetterà su ancora per molto. In chiave Nazionale poi, il classe ’99 è già l’erede di Bonucci e Chiellini.