I cugini del Milan tallonano l’Inter a suon di vittorie e pochi passi falsi nonostante le difficoltà, è un testa a testa (quasi) senza fine in chiave Scudetto
Un derby è sempre un derby, dentro e fuori dal campo: quando ne parlano due tifosi rivali seduti al tavolino di un bar, quando le dirigenze si contendono un obiettivo di mercato o quando la posta in palio per le società è estremamente alta, come nel caso di quest’anno.
Inter e Milan sono entrate in un testa a testa che durerà, secondo le previsioni, fino alla fine dei giochi del campionato. 49 punti la prima, 48 la seconda ma con una partita in più. Lo stacco è fragile, sottile, impercettibile. Basterebbe un piede in una fossa per aprire una voragine, da qualsiasi facciata si veda la medaglia. L’Inter deve difendersi dalle retrovie blindando ogni risultato col massimo della foga agonistica, ma il Milan non sarà da meno nel sbrigare la pratica opposta: attaccare, compatta, per vincere. Pioli lo sa, sa che l’unità è la chiave del successo della sua squadra. Eppure, prima che i rossoneri diventassero la squadra che sono oggi il tecnico ha dovuto faticare non poco, dapprima contro gli scettici e poi contro sé stesso metabolizzando le note negative interne al gruppo. Il merito, in ogni caso, va dato anche allo spirito di resilienza con cui ogni elemento ha risposto alle difficoltà (vedi i tanti infortuni) e ne ha sempre tratto qualcosa di buono.
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Per il Milan c’è solo il campionato, un vantaggio ben spendibile
Un’annotazione vantaggiosa per il Milan nel suo percorso verso il raggiungimento della vetta del campionato di Serie A è che c’è effettivamente solo il campionato come impegno principale di questa seconda metà di stagione. Niente Champions League, niente sovraffaticamenti. La Coppa Italia? Gestibile, almeno nella prossima fase. L’Inter, al contrario, sarà imbottigliata in un andirivieni asfissiante di impegni sovrapposti gli uni sugli altri, come una sfera in un pallottoliere. Ne vedremo delle belle.