Inter, Denzel Dumfries ha parlato dei suoi trascorsi e della sua crescita personale oltre alla felicità di giocare a San Siro
Nella nuova rubrica ‘Careers’ in onda su InterTv, è stato protagonista Denzel Dumfries, queste le sue prime parole: “Non è vero che non sorrido mai, io lo faccio tutto il giorno. Quelli che mi conoscono sanno che mi piace scherzare e divertirmi con i miei compagni di squadra, la mia famiglia. Lontano dal calcio, non sono mai arrabbiato, sono diverso da come sono in campo”.
La prima domanda ha riguardato la sua gioventù a Rotterdam e lui ha spiegato: “La mia infanzia è stata bella, sono cresciuto a Rhoon, in periferia, è stato tutto molto bello”.
Gli hanno chiesto, quando decise di diventare un calciatore e ha risposto: “Sin dall’inizio dicevo che sarei diventato un calciatore professionista, onestamente non so dove sia nata questa motivazione. Ad esempio non avevo un padre calciatore o qualcuno che giocasse ad alti livelli in famiglia. Detto questo, ero motivato nel voler diventare un calciatore professionista. Ho fatto di tutto perché diventasse realtà”.
Gli hanno domandato del suo amore per i Caraibi e il giocatore ha dichiarato: “A 17 anni ho giocato per Aruba, ero al Barendrecht, in Olanda. E’ stato un momento speciale, mi hanno chiesto di giocare per una squadra Nazionale e io ho accettato. Non in gare ufficiali perché non volevo compromettere la possibilità di giocare per l’Olanda. Ho giocato due amichevoli ed ho pure segnato un gol, è stato un momento speciale. Io comunque sento che le mie origini sono surinamesi“.
Gli hanno fatto notare che ci sono stati due calciatori del Suriname che sono diventati dei campioni e lui ha risposto prontamente: “Seedorf e Davids, due leggende per me, esempi da seguire perché anche loro hanno giocato nell’Inter”.
Gli hanno chiesto della sua maturazione personale e Dumfries ha spiegato: “Quando giocavo nell’Heerenveen sono andato a vivere per la prima volta da solo, non potevo tornare molto spesso a casa perché Rotterdam dista due ore di macchina. E’ stato un periodo speciale, la gente lì è molto carina. Ho imparato a essere autonomo, a pensare come un professionista. Dovevo essere responsabile, ci ho giocato solo una stagione ma ho imparato molto”.
Gli hanno fatto notare che ha iniziato tardi a calcare il campo di calcio e lui ha confermato: “Vero, ho iniziato allo Sparta Rotterdam, avevo 18 anni, è tardi specialmente in Olanda. Ma avevo tanta fame, volevo far vedere tutte le mie qualità. Ogni giorno facevo di tutto per migliorare, è un’esperienza che mi è servita dover lottare per diventare un professionista. Mi ha dato la giusta motivazione per eccellere nella mia carriera. Uso questa motivazione ogni giorno”.
Prima di giocare nell’Inter l’ha affrontata in Champions League con il PSV e lui ci ha scherzato su ricordando quella partita: “Ah, sì, ho distrutto Perisic in questa partita. Scherzo, lui si arrabbia. Il PSV è stato un altro club speciale per me, ci ho giocato tre anni. E’ stato molto bello sfidare l’Inter, sono grato al PSV per quell’esperienza: è un club bellissimo, la gente è molto carina. Ho esordito con l’Olanda nei miei tempi al PSV. Poi mi hanno dato anche la fascia da capitano, una cosa molto prestigiosa per me. E’ stato un ruolo molto importante, specialmente durante il lockdown perché dovevo discutere col CdA, con la squadra. Ho imparato tante cose anche di me stesso come persona”.
Tornando a parlare del calciatore croato, gli hanno chiesto se si sarebbe mai immaginato di averlo come compagno di squadra e lui ha risposto: “Non lo so, è stato un anno importante il 2018, in Champions abbiamo giocato al Camp Nou, a Wembley e anche a San Siro, il massimo per l’atmosfera che c’è. Per noi è stato pazzesco, siamo rimasti tutti impressionati. E pensare che oggi ci gioco è speciale“.
Nella squadra di Simone Inzaghi ha legato molto con un altro nuovo arrivato cioè Calhanoglu e lui ha dichiarato: “E’ una persona molto buona, è molto bello essere suo compagno di squadra. Mi ha aiutato sempre, è molto divertente. Fuori dal campo ci frequentiamo, i nostri figli giocano insieme”.
Durante l’europeo della Nazionale olandese il mondo si è accorto delle sue qualità e in merito lui ha detto: “Sì, il mondo lì si è accorto di Dumfries. E’ stata un’esperienza indimenticabile rappresentare il mio Paese agli Europei. Segnare due gol è un traguardo molto importante, ero felicissimo. Dopo l’Europeo mi sono accorto che tutti mi conoscevano, in tanti guardano questo torneo. E’ stato un momento chiave, credo di aver fatto un grande salto di qualità come calciatore”.
Gli hanno fatto notare che la scorsa estate è stata speciale: prima la competizione per Nazionali e poi è arrivato all’Inter e lui ha confermato: “Sì, un sogno, un periodo davvero speciale”.
Le ultime due domande hanno riguardato il suo nome di battesimo e se è ispirato all’attore Denzel Washington e quale suo film potrebbe essere adatto per descriverlo e Dumfries ha risposto: “Sì, è una cosa molto bella perché credo sia un esempio per tante persone. Dice sempre cose sempre molto sagge, portare lo stesso nome di un uomo così intelligente è molto speciale. Per quanto riguarda il film direi ‘The equalizer‘ perché sono in grande forma! Scherzo, non saprei ma credo sceglierei quello”.