Il tecnico dell’Inter ha spremuto i suoi titolari di ogni goccia d’energia residua, il gioco adesso si complica
“Squadra che vince non si cambia”, recita l’antica formula. Che questa funzioni è un dato certo, ma solo nel breve periodo per massimizzare i risultati. Il calendario porta troppi impegni per far sì che un allenatore utilizzi sempre gli stessi calciatori nella formazione titolare, a un certo punto è necessario cambiare qualcosa con maggiore frequenza.
Perciò la strategia adottata da Inzaghi sinora sta iniziando a pesare sulle spalle, o nelle gambe per meglio dire, dei singoli. Chi, come Brozovic e Barella per citarne giusto un paio, sono stati sostituiti pochissime volte a gara in corso ed hanno riscaldato altrettante poche volte la panchina come avrebbero dovuto fare. Il loro contributo è stato eccezionale, senza ombra di dubbio, per l’intera prima metà di stagione. Dopo un po’, però, l’energia si è esaurita e con essa la lucidità di poter arrivare fino in fondo in maniera continuativa. Quindi cosa sarebbe meglio fare?
Far recuperare adesso le energie ai titolari significherebbe cambiare ampiamente le carte, privare di qualità il gioco in campo introducendo di volta in volta le seconde linee. Se da un lato potrebbe apparire come una mossa scontata e penalizzante, dall’altro può realmente essere la soluzione – temporanea – ai problemi che affliggono l’Inter. Una rotazione efficace da mettere in atto nel corso di quegli impegni che sulla carta appaiono meglio gestibili, sfruttando la riserva nelle gambe delle riserve. Per poi dare nuovamente il tutto per tutto al termine della stagione, quando ci sarà da combattere, secondo le previsioni, per il primo posto e la vittoria finale dello Scudetto con Milan e Napoli che non fanno sconti.
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