La stagione di Federico Dimarco era iniziata sotto auspici ben diversi. Partito in sordina si è ritagliato il suo ampio spazio da jolly a sinistra, ma da qualche tempo le gerarchie sono cambiate ancora
La parabola di Federico Dimarco ha visto picchi importanti in un senso e nell’altro. Tornato dal prestito a Verona quasi in sordina è stato ampiamente valutato in positivo da Simone Inzaghi e dalla società in estate, per essere poi impiegato anche con regolarità da jolly per la fascia sinistra nella prima metà di stagione. L’ottimo mancino classe 1997 ha infatti impressionato per gamba, passo e qualità nel suo piede sinistro, divenendo alternativa di rilievo a Perisic e giocando spesso.
Le cose però da un paio di mesi sembrano essere cambiate nuovamente. Il minutaggio si è ridotto, le chance sono diminuite ed il tutto è accaduto di pari passo all’exploit definitivo di un Perisic ritenuto poi inamovibile. Contemporaneamente a gennaio è anche arrivato Robin Gosens a sinistra, che diventerà presto un calciatore importante per le gerarchie dopo essere già entrato in rotazione.
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Dimarco quindi, complice anche l’esplosione definitiva di Perisic, è finito nelle retrovie delle gerarchie di Inzaghi venendo peraltro anche dirottato in pianta più o meno stabile nel ruolo di braccetto di sinistra della difesa a tre come alternativa a Bastoni.
In quella posizione da difensore puro però Dimarco convince decisamente meno, e la sua annata ora ha bisogno di una scossa. Qualora dovesse rimanere semplice alternativa con poco minutaggio in estate non si esclude la cessione di fronte ad un’offerta da 18-20 milioni di euro. In questo senso le strade potrebbero essere due e condurre entrambe alla capitale: Roma di Mourinho o Lazio, nel secondo caso soprattutto se restasse Sarri in panchina.