Le parole dell’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, sulla sconfitta a Bologna e le aspirazioni future del club
“Abbiamo perso soltanto una battaglia, non la guerra”, apre l’a.d. Beppe Marotta a poche ore dalla disfatta di un’Inter scomposta e beffata da un Bologna in fiducia. “Da uomo di sport sorrido nonostante l’amarezza, siamo certamente arrabbiati del risultato ma non depressi o demoralizzati”.
“Quattro partite al termine del campionato oggi hanno un peso diverso rispetto a quaranta, cinquant’anni fa. Anche le piccole realtà sanno farsi rispettare, ribaltando i pronostici”, aggiunge. Poi apre ad un discorso più generale, su quello che appare essere un equilibrio di forze in un campionato a dir poco interessante: “C’è un livellamento sia nella parte alta che in quella bassa della classifica, nessuna è matematicamente retrocessa o ha la certezza di aver raggiunto la Champions League. Noi l’abbiamo spuntata lo scorso anno dopo anni di dominio della Juventus, questo ha fatto bene al calcio italiano”.
Il dirigente nerazzurro continua a sottolineare l’enorme competitività della rosa da lui creata assieme all’aiuto di Ausilio e della presidenza, al netto di quelle perdite dell’ormai passato mercato estivo: “Non è detto che spendere sia sinonimo di vittoria. Ci sono giocatori che ci hanno lasciato per volontà propria, come Hakimi e Lukaku, altri come Eriksen per ragioni di grado superiore. Noi ci siamo adattati andando a creare una squadra competitiva che potesse soddisfare un allenatore in forte crescita del calibro di Inzaghi. Stiamo ancora lottando per lo Scudetto, siamo in finale di Coppa Italia. Siamo contenti fin qui, speriamo si aggiungano queste altre due soddisfazioni”, conclude Marotta.
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