Nella batteria di nuovi acquisti dell’Inter è finito leggermente in sordina Mkhitaryan che però dal punto di vista tattico e dell’esperienza potrà dare una grossa mano
L’Inter si è mossa per tempo rispetto alla concorrenza andando ad incamerare già una discreta serie di nuovi innesti. Uno di quelli arrivati con meno scalpore e proclami è Henrikh Mkhitaryan centrocampista offensivo armeno svincolatosi a parametro zero dopo una bella e fruttuosa esperienza alla Roma. “Sono felice, mi sento molto bene. Sono contento di essere un giocatore dell’Inter e non vedo l’ora di iniziare ad allenarmi con la squadra e giocare con la maglia dell’Inter“. Si è presentato così il fantasista armeno, più carico che mai per questa sua nuova avventura italiana dopo aver fatto piuttosto bene nella capitale.
A Roma, interpretando anche diversi ruoli, ha collezionato 117 presenze con 29 gol e 28 assist, il tutto suggellato dal successo in Conference League dell’ultima stagione. 33 anni con un passato in altri club importanti come Borussia Dortmund, Manchester United e Arsenal, Mkhitaryan si candida ad essere un vero e proprio asso nella manica per Inzaghi dal punto di vista tattico. Un jolly del centrocampo pronto ad apportare qualità e spinta alla manovra offensiva.
Inter, il jolly di Inzaghi si chiama Mkhitaryan: l’asso nella macina del centrocampo
Con l’attuale 3-5-2 di matrice inzaghiana è chiaro come il ruolo più congeniale per Mkhitaryan possa essere quello di mezzala sinistra da alternativa a Calhanoglu, che è certamente il più offensivo del terzetto titolare. Da quella zona di campo, partendo quindi qualche metro più lontano dalla porta, l’armeno può fungere da incursore con e senza palla, utile in fase di assistenza e creazione della manovra, apportando pericolo per se e per i compagni, ma anche da grimaldello per le difese più ostiche con indubbie capacità nell’uno contro uno per creare superiorità numerica.
Un modo quindi leggermente diverso rispetto a Calhanoglu di interpretare un ruolo a metà tra centrocampo e trequarti. Le spiccate doti dell’ex Roma possono inoltre essere esaltate anche in un cambio modulo, mantenendo l’asse a tre dietro e andandosi a porre dietro le due punte come autentico trequartista, consentendo quindi ad Inzaghi di variare anche l’abito della squadra. Dal 3-5-2 al 3-4-1-2 passando per il 3-4-2-1, Mkhitaryan può essere l’ago della bilancia di una Inter camaleontica e capace di adattarsi sia alle caratteristiche dei giocatori in rosa che a quelle dell’avversario di turno.