Inter, le bellissime parole di Giuseppe Bergomi in ricordo del Mondiale 1982 e di due eroe di quella Nazionale che ci hanno lasciato
L’ex giocatore Giuseppe Bergomi, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per tornare a ricordare l’impresa della Nazionale di Bearzot, di cui lui faceva parte, proprio 40 anni fa. Queste le sue prime parole: “Il Mondiale del 1982 è un album pieno di istantanee che non dimenticherò mai”.
Poi ha riavvolto, come si dice il nastro e ha proseguito: “Ero rimasto orfano di papà da poco tempo, due anni prima all’età di 16 anni. Bearzot era una persona molto sensibile, era a conoscenza della mia situazione anche se io ero totalmente concentrato sul Mondiale. Ha saputo essere un padre per me pur essendo duro e severo. È innegabile che la figura di Bearzot arrivi per prima nei ricordi di quel Mondiale. Fu una persona che ebbe coraggio. Una persona di spessore prima che un grandissimo allenatore. Il suo coraggio fu duplice. Da un lato nel portare Paolo Rossi, dall’altro di lasciare a casa elementi di qualità come Evaristo Beccalossi e Roberto Pruzzo. E da questo coraggio nacque un gruppo che giocava da squadra“.
L’ex difensore prosegue con i ricordi e ha dichiarato: “Io avevo esordito in Azzurro il 14 aprile del 1982, pochi mesi prima del Mondiale. Però avevo capito che sarei potuto restare nel gruppo. Ero il più giovane, anche per questo ho cercato di farmi volere bene. Ringrazio tutti infatti per l’inserimento, specialmente Gianpiero Marini, mio compagno di stanza al Mondiale, e i compagni dell’Inter, Altobelli, Oriali e Bordon”.
Naturalmente il grazie che lo ‘zio’ non dimentica di dedicare è sempre per l’allenatore di quella squadra sul quale ha ulteriormente aggiunto: “Nonostante le critiche esterne attorno alla nostra squadra riusciva a difenderci sempre, sia privatamente sia pubblicamente. Ed era un grande allenatore, forse rivalutato solo nel corso degli anni. Parlo da ex difensore: sapeva scegliere le marcature, sorprendeva gli allenatori avversari mettendo sui giocatori più forti chi magari non ti aspettavi. E sapeva motivarti”.
Poi l’ex calciatore, che ora insieme a Fabio Caressa racconta le emozioni che questo sport sa sempre regalare, ha concluso il suo racconto con queste parole: “Eravamo un gruppo sanissimo forse anche per questo abbiamo superato l’avvio così così e poi abbiamo superato le squadre più forti. Non era un periodo semplice per l’Italia di quegli anni. A livello sociale c’erano molte tensioni e da lontano a noi arrivavano gli echi dell’entusiasmo che stavamo alimentando con il Mondiale“.
L’ex giocatore ha concluso con un ricordo su due eroi di quella Nazionale che ci hanno lasciato e queste sono state le sue bellissime parole in memoria: “Vorrei chiudere il mio ricordo con un pensiero per Paolo Rossi e uno per Gaetano Scirea. Ci mancano entrambi. Paolo era solare, amava la vita. Gaetano era ironico, di poche parole ma carismatico. Saranno sempre con noi”
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