L’analisi delle incombenze che il centravanti belga dovrà fronteggiare al via della seconda esperienza in nerazzurro
La qualità non si discute. Romelu Lukaku ha ampiamente dimostrato di essere un grandissimo giocatore nel corso della sua prima esperienza all’Inter, in coppia con Lautaro Martinez alle dipendenze di Antonio Conte. Nella ultima annata in Inghilterra si è un po’ smarrito, perdendo lungo il tragitto alcune delle caratteristiche che lo avevano contraddistinto in precedenza.
Da un punto di vista meramente atletico e mentale, Lukaku ha faticato molto al Chelsea. In primis perché ha calcato i terreni di gioco inglesi meno di quanto forse si aspettasse. E in effetti, per un bomber da 110 milioni di euro chiunque si sarebbe aspettato di più. Ma si è trattato di scelte tecniche che spesso sono indiscutibili. Così nelle poche occasioni avute ha cercato di incidere, senza riuscirci granché. I movimenti erano pesanti, troppo tenue il lavoro di sfondamento delle linee difensive avversarie. Mancava di lucidità ed inventiva: quella scintilla che gli forniva Lautaro e che oggi sembra in vena di ritrovare. Una piccola dimostrazione l’ha data in amichevole con il Lugano, ma guai a fermarsi. C’è da lavorare.
C’è da lavorare anche sotto l’aspetto tattico. Ai tempi dell’Inter di Conte, il gioco era costellato di veloci ripartenze in contropiede che ne mettevano in risalto tutta la letalità sottorete. Oggi in panchina siede Inzaghi che attua uno stile totalmente diverso, impostato sull’azione ragionata e manovrata non soltanto lungo le fasce (ricordando Hakimi come uno dei ‘servitori’ del belga maggiormente incisivi) ma anche per il centro. Vedi quanto fatto da Dzeko: lo si è visto spesso scendere anche al di sotto della linea mediana per recuperare palloni o mettersi al servizio dei compagni spalle alla porta. Come se non bastasse, anche Lautaro ha mutato le proprie tendenze. Insomma, questo Lukaku è al momento un pesce fuor d’acqua che deve ritrovare lo stagno.
Senza Conte è tutto diverso, sarà un nuovo Lukaku
Chissà che non sia stata proprio la mano di Conte ad aver tirato fuori il meglio dal centravanti belga. L’ex tecnico nerazzurro aveva costruito un gioco attorno alla sua figura, ora la sua figura deve modellarsi attorno al gioco di Inzaghi. Col tempo cambiano gerarchie, situazioni, modi di interpretare un calcio difficile come quello di Serie A. Riuscirà Lukaku ad adattarsi al rinnovato contesto? Da vedersi.