I nerazzurri subiscono ancora una volta gol a difesa piazzata e il centravanti non si sblocca in campionato, ad Inzaghi serve un’Inter perfetta
La vittoria contro il Barcellona in Champions League e quella contro il Sassuolo in Serie A sono due segnali importantissimi che simboleggiano un cambio di passo nell’Inter di Simone Inzaghi. Il tecnico piacentino è infatti soddisfatto del lavoro complessivo svolto e della ritrovata lucidità mentale, ma sedere sulla panchina di un club tanto prestigioso e con delle precise ambizioni non prevede accontentarsi o fermarsi in superficie. Per essere vincenti è necessario raggiungere la perfezione nei meccanismi di gioco. Qualcosa che soprattutto in difesa la squadra fa ancora fatica a raggiungere.
Nel caso in cui uno tra Skriniar, de Vrij o Bastoni avessero lasciato il sodalizio nerazzurro per far vela altrove nella passata sessione di mercato allora qualche giustificazione in più la si poteva trovare. Questione di incastri, abitudine, nuove conoscenze e così via. Ma questa non è la realtà dei fatti: la linea difensiva è rimasta intatta, anzi addirittura impreziosita da un certo Acerbi che al netto delle critiche si è rivelato spesso un jolly. Quindi l’unica vera motivazione di questo tracollo, soprattutto quando il tridente sembra apparentemente ben piazzato davanti al portiere con gli esterni che si abbassano, va ricercata altrove.
Sicuramente a fare buona parte della differenza è l’approccio. Skriniar non è ancora ben concentrato, de Vrij si è trasformato in una nocciolina e Bastoni è incostante perché fa ancora molto carico sugli altri due senatori. A meno che non sia lui a trascinare Acerbi e D’Ambrosio che, quando giocano, fanno il possibile. In secondo luogo, quel che risalta all’occhio è l’assenza di equilibrio: in alcune circostanze la linea difensiva si abbassa a tal punto da trovarsi a ridosso del portiere, con una concentrazione di uomini in area di rigore talmente alta da creare confusione e conseguente tensione; in altri casi invece i soli centrali si trovano sguarniti sulle ripartenze, per cui un attaccante avversario non può che fare il proprio dovere. Qui però le responsabilità ricadono anche su Inzaghi.
Lautaro a secco da agosto, un guaio per l’attacco
Il tecnico piacentino deve poi considerare un’altra emergenza che ultimamente sta facendo molto discutere: Lautaro Martinez è a digiuno da fina agosto. Gli manca il guizzo finale, il killer instinct, la verve del centravanti che segna anche in condizioni precarie. La speranza è che possa ritrovare il gol contro il Barcellona nella sfida di ritorno, magari per zittire le critiche e lasciare un ricordino agli spagnoli che un paio di stagioni fa tentarono l’affondo su di lui. Parola al campo.