Il suo Atletico è quarto in campionato distante otto punti dalla vetta occupata dai cugini del Real, in Champions è a rischio eliminazione. E’ la fine di un ciclo?
La Liga vinta un anno e mezzo fa sembra lontanissima. E per qualcuno potrebbe essere l’ultimo titolo conquistato da Simeone sulla panchina dell’Atletico. Si ha infatti come l’impressione che il ciclo del ‘Cholo’ a Madrid, sponda ‘Colchoneros’, sia giunto al termine. La squadra a immagine e somiglianza del tecnico argentino non c’è più, colpa anche se non soprattutto di scelte di mercato totalmente sbagliate, vedi il ritorno di Griezmann, oltre che di un logorio che rientra nella normalità delle cose dopo undici anni, che nel calcio rappresentano una vita intera.
FINE CICLO – Simone è l’Atletico, l’Atletico è diventato un club d’elite grazie soprattutto a lui. In oltre un decennio, il 52enne di San Nicolas ha conquistato ogni tipo di trofeo in campo nazionale, riuscendo a tenere testa a due giganti come Real e Barcellona. Pure in Europa ha lasciare una impronta indelebile: messe in bacheca due Europa League, la prima solo alcuni mesi dopo il suo ritorno nelle vesti di allenatore, e altrettante Supercoppe europee. E vanno evidenziate le due finali di Champions, perse entrambe contro le ‘Merengues’. Nella seconda, finita ai rigori, avrebbe sicuramente meritato il successo. Se questo non significa fare la storia del proprio club… Ma tutto ha una fine, compreso appunto la lunga e vincente avventura di Simeone coi ‘Rojiblancos’, ora quarti in campionato a otto punti dalla vetta occupata dai ‘maledetti’ cugini e a forte rischio eliminazione ai gironi di Champions. Morata e soci sono terzi con 4 punti a -2 dal secondo posto e a 180′ dalla fine. Nonostante il fresco rinnovo fino a giugno 2024, il ‘Cholo’ e l’Atletico potrebbero dunque salutarsi a conclusione di questa stagione.
Simeone, l’Inter attuale (e quella del post Suning) non può permetterselo. A meno che…
I rumors dalla Spagna fanno il paio con quelli di queste ore sull’Inter. Di tanto in tanto Simeone viene accostato alla panchina interista, ora di nuovo per il dopo Inzaghi del quale fu compagno alla Lazio, se non altro per il suo passato e legame con il club nerazzurro. Anche oggi, però, siamo alla semplice suggestione. Anche con un eventuale cambio di proprietà, infatti, resterebbe complicatissimo il suo riapprodo a Milano. Chi comprerà da Zhang la società di viale della Liberazione, probabilmente un gruppo/fondo statunitense, intenderà proseguire sulla strada dell’autofinanziamento, andando a ‘tagliare’ ulteriormente il monte ingaggi. E a proposito di ingaggi, quello odierno dell’argentino tocca i 22 milioni di euro netti, circa 40 lordi in totale e intorno ai 30 col decreto crescita. Insomma, qualcosa del tutto fuori portata per la ‘Beneamata’ e in generale per il calcio italiano, a meno che lui non decida di ridurselo di oltre la metà… Qualche discorso con l’Inter è stato fatto in passato e potrebbe essere fatto nel prossimo futuro, pure perché il suo consulente è un certo Alessandro Moggi, figlio di Luciano e capo della Gea World, uno che vanta ottimi rapporti con il managament di viale della Liberazione.