Il tecnico è riuscito a tenersi stretto la panchina dell’Inter, ma la resa dei conti potrebbe essere solo stata rimandata a fine stagione
Inzaghi è stato bravo a uscire dalle sabbie mobili, a tenersi stretta l’Inter quando sembrava in discesa la strada verso l’esonero. La fiducia in lui da parte della dirigenza non è mai mancata, anche se nel periodo di grande crisi è stato un po’, diciamo anche abbastanza scaricato dalla stessa attraverso una fuga di notizie non del tutto veritiere se non totalmente false. Questo nel calcio è sempre accaduto e sempre accadrà, alla fine contano i risultati in un senso o nell’altro, risultati che il tecnico è tornato a portare a casa. Su tutti quelli con il Barcellona che hanno spalancato la porta agli ottavi di Champions.
Giudizio su Inzaghi a fine stagione
A meno di un nuovo crollo, un giudizio definitivo su Inzaghi verrà fatto al termine della stagione. Il suo contratto scade a giugno 2024 (c’è un’opzione per il rinnovo di un altro anno) a fronte di uno stipendio che, con il prolungamento di quattro mesi fa, è salito a circa 5,5 milioni di euro netti. Non poco per una società che vive alla giornata a causa di una proprietà di fatto senza portafoglio, non poco per un eventuale divorzio che comunque sarebbe inevitabile qualora il piacentino fallisse tutti gli obiettivi. Lo Scudetto è uno di questi, anzi resta il prioritario.
Chi darà un giudizio sull’operato di Inzaghi? Marotta e Ausilio, forse non Steven Zhang dato che sul fronte proprietà qualcosa di importante potrebbe accadere nei prossimi mesi. L’altra domanda da fare è poi questa: chi, eventualmente, al posto suo? Se la dirigenza restasse questa, e la nuova proprietà le concedesse potere decisionale per la panchina, la scelta ricadrebbe probabilmente su un altro tecnico italiano.
A proposito di italiani, ce n’è uno che si sta rilanciando alla grande all’estero dopo qualche anno deludente in Serie A. Parliamo di Vincenzo Montella, attualmente in testa alla Super Lig turca col suo Adana, anche se Fenerbahce e Basaksehir hanno una gara in meno. Il lavoro del 48enne di Pomigliano d’Arco è stato fin qui eccellente, la sua squadra vince e convince, e non ha accusato per nulla la partenza di Balotelli che l’anno scorso diede un apporto significativo. All”Aeroplanino’, soprannome che aveva da calciatore, non dispiacerebbe tornare in Italia, dove ha già guidato Catania, Fiorentina (due volte), Sampdoria e Milan. Il suo agente Lucci potrebbe iniziare a proporlo nei prossimi mesi, una telefonata potrebbe farla anche all’Inter con la quale vanta eccellenti rapporti.
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