In attacco la squadra di Inzaghi torna ad incidere sul tabellino, ma il tecnico deve dare una svolta in un altro reparto
Con le 4 reti messe a segno nella trasferta di Firenze, l’Inter si conferma tra gli attacchi più prolifici del campionato di Serie A. Dopo 11 partite sono 22 le reti all’attivo, a conferma del buon lavoro svolto non soltanto da Lautaro, Dzeko e Correa (in attesa del rientro di Lukaku) ma anche del resto del meccanismo nerazzurro in fase di possesso. L’impianto tattico del tecnico Simone Inzaghi, del resto, è improntato proprio sulla costruzione fitta e la concretizzazione delle numerose occasioni da rete che si vengono a creare.
Quel che tuttavia manca ancora alla squadra è la capacità di incassare meno reti. La difesa, insomma, traballa troppo e troppo spesso. Il dato curioso riporta 22 reti subite in 16 partite – Champions League compresa – rispetto alle 15 subite nello stesso arco temporale della stagione precedente: un’involuzione netta che coinvolge soprattutto il trio delle meraviglie Skriniar, de Vrij e Bastoni. Ma forse anche la cintura di centrocampo, meno attenta in fase di non possesso. Con Onana il quadro generale è leggermente migliorato per una questione di reattività di intervento, eppure tutto sommato il suo trend negativo non si discosta tanto da quello di Handanovic (che adesso lo supporta molto anche da bordo campo).
Difesa a picco, così non va: l’Inter ha da lavorare
Inzaghi dovrà trovare una cura ed anche in fretta, altrimenti si troverà affossato da quelle squadre che non concederanno occasioni da rete tanto facilmente da compensare il deficit difensivo. In altri termini non si può procedere a stenti, sperando che la difesa avversaria sia più fragile di quella propria e dunque l’attacco possa fare il suo lavoro agevolmente. Come accaduto, neanche a farlo apposta, negli scontri diretti tutti persi sinora dall’Inter.