L’intervento del Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, relativo alla delicata questione sul rinnovamento delle infrastrutture dello stadio di Inter e Milan
Nel corso del consueto appuntamento con la diretta streaming del canale Twitch ‘Tv Play‘, per conto di ‘calciomercato.it‘, è occorso l’intervento del Sottosegretario alla Cultura dell’attuale governo Meloni, Vittorio Sgarbi, su una delicata questione cui i cittadini della città, nonché gli sportivi e più in generale i tifosi tutti, vorrebbero ancora sapere di più.
Quello del rifacimento dello stadio di ‘San Siro‘, altrimenti noto come ‘Meazza‘ in onore dell’omonimo ex calciatore nerazzurro, è un costante punto all’ordine del giorno dei dibattimenti interni fra Comune di Milano e società interessate.
“Non prendo alcuna posizione, né contrastante né antagonista alla faccenda. Il consigliere di Fratelli d’Italia, Marcora, ha dichiarato di aver discusso con me. Quando mi ha accennato del tema cui stesse facendo riferimento, ovvero la data del 1926, era evidente che si stesse riferendo al momento di costruzione dello stadio. Questo rientra, ancora oggi, tra le opere tutelate come patrimonio artistico. Poi il sovrintendente ha fatto una considerazione sbagliata sul fatto che non vi fosse alcun interesse monumentale, sminuendo il reale valore dell’opera per compiacere il Sindaco. Fatto sta che quest’ultimo ha fatto una scelta totalmente sbagliata, contraria alle volontà dei cittadini milanesi, sulla scia di quanto richiesto dai due proprietari delle società”, ha aperto Sgarbi.
“Io non ho poteri particolari, ho soltanto richiamato all’attenzione i vincoli imposti sull’opera dello stadio ‘San Siro’. Ci sono vincoli per proteggere tutto ciò che non ha ancora settant’anni. Oltre questo c’è anche il vincolo storico: il ‘Meazza’ è un luogo della memoria. Qui decade la questione monumentale, si tratta puramente di importanza storica. I film in cui è ritratto con i tifosi, le opere ad esso ispirate, le emozioni trasmesse ai tifosi… Questo è sufficiente perché lo stadio abbia un vincolo storico attuabile che lo salvi dall’abbattimento. Sala deve tornare a fare quello che gli compete senza esser tediato dalle richieste di un presidente cinese ed uno americano”, ha quindi aggiunto.
Sgarbi non ha dubbi: “Il cittadino italiano consacra l’edificio per l’importanza che riveste. I due presidenti che lo vogliono buttare giù hanno altri interessi. A questo punto si crei un altro stadio, lasciando intatto questo. Il ‘Meazza’ è una questione che non li riguarda. Questo stadio resta a Milano. Per di più, abbattere significa spendere 50 milioni di euro, creare inquinamento: bisogna considerare tutto nel suo insieme”.
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