Il club nerazzurro rientra come il peggiore tra i tanti club chiamati a saldare i debiti con il fisco per l’annata 2022, a fine dicembre la scadenza
Il campionato di Serie A non brilla dal punto di vista meramente fiscale. Entro il prossimo 22 dicembre, infatti, molto club sono chiamati a saldare i propri debiti con il fisco secondo quella che sarebbe una cartella esattoriale da mezzo miliardo di euro complessivi.
Tale versamento è stato rimandato per poter permettere ai club di fronteggiare le perdite nella grave crisi scatenata dalla pandemia per Coronavirus, ma adesso non c’è più tempo per potersi adagiare sugli allori. Secondo uno studio condotto da ‘Il Fatto Quotidiano’, a guidare la classifica (in negativo) dei club più indebitati del nostro campionato è proprio l’Inter con 50 milioni di euro di contributi non saldati per l’annata corrente di riferimento. A seguire ci sarebbe la Lazio, con i suoi 40 milioni; poi la Roma a 38 milioni.
La Juventus, ultimamente marchiata dalle vicende giudiziarie in materia fiscale con l’accusa di falso in bilancio, sarebbe ferma intorno ai 30 milioni di euro. Quindi Napoli, Fiorentina e Milan: quest’ultima è la più equilibrata, con ‘soli’ 10 milioni di euro di indebitamento. La notizia non è confortante neppure per il Ministro dello Sport, Andrea Abodi: “Quello accaduto alla Juventus è soltanto la situazione più estrema e clamorosa di un fenomeno travolgente su cui non possiamo voltarci dall’altra parte”.
Il Ministro ha poi aggiunto: “Probabilmente il club bianconero non è l’unico a versare in queste condizioni. Pertanto credo sia giunto il momento di mettere ordine e andare a controllare, con maggiore puntualità, il perché ci siano società che si comportano in maniera corretta ed altre hanno interpretato a modo loro le norme. Questo crea degli squilibri anche sul versante della competizione”.
Infine, Abodi ha sottolineato un altro punto importante dell’analisi: “L’autonomia sportiva deve essere garantita, ma i comportamenti gestionali devono essere monitorati, analizzati, valutati e sanzionati laddove serve. Qualsiasi forma di degenerazione deve essere gestita comunque all’interno del sistema sportivo”.
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