Doveva essere uno dei grandi colpi per innalzare il tasso tecnico e d’esperienza dell’Inter nel lontano 2012. Alvaro Pereira si è rivelato un flop: dov’è finito?
Storia di quello che poteva essere e alla fine non è mai stato. Alvaro Pereira arrivò nel 2012 all’Inter con aspettative molto alte ed un costo discreto, col chiaro compito di divenire padrone di quella fascia sinistra che al contrario lasciò con un vuoto di potere.
“L’Inter è un sogno non potete nemmeno immaginare quanto questa squadra sia amata all’estero. Sono felicissimo, l’idea di poter giocare con questa maglia è incredibile. Ho sempre ammirato Recoba, l’ho sempre seguito con interesse. Spero di vincere tanti trofei qui per fare felici i tifosi”. Era quindi un sogno l’Inter Alvaro Pereira che poi di trofei con la maglia dell’Inter alla fine non ne vide nemmeno l’ombra restando ancorato a quel filone di successi ottenuti soprattutto col Porto, la squadra in cui ha fatto meglio in carriera e che di fatto aveva spinto il club meneghino a puntare fortemente su di lui. La storia interista del laterale uruguaiano è stata però totalmente travagliata nonostante un investimento per l’epoca molto importante per un calciatore di quel ruolo: 10 milioni di base fissa, più ulteriori 3.5 di bonus.
Goffo nei movimenti, poco tecnico, compassato e non particolarmente veloce ed efficace ne in fase offensiva ne tantomeno in quella difensiva. Alvaro Pereira in breve tempo dal sogno ad occhi aperti passa a divenire incubo per i tifosi nonchè tra i bersagli preferiti della critica.
Una sequela di errori che vanno di pari passo alla stagione disastrosa di una Inter che finisce fuori dalle coppe e che a fine annata si affiderà poi all’esperienza di Walter Mazzarri. Con l’ex Napoli crolla definitivamente il minutaggio di Pereira che finisce velocemente nel dimenticatoio fino alla cessione in prestito con diritto di riscatto al San Paolo. ‘El Palito’ prova a risorgere da miglio terzino del campionato verdeoro ma si tratta di un falso allarme. Da quel momento in poi la sua carriera va verso uno strapiombo che lo porta a divenire un autentico giramondo del pallone. Estudiantes, Getafe, Cerro Porteno, Nacional, River Plate Asuncion, Sered ed Estudiantes de Merida sono le sue tappe in serie fino al ritiro dal calcio giocato e all’esordio come allenatorealla guida del Defensores de Cambaceres in Argentina.
La scommessa persa con l’Inter è stata quindi il primo tassello verso il baratro che ha portato Alvaro Pereira a girare il mondo senza meta fino ad un ritiro in silenzio e all’inizio di una nuova carriera nelle vesti di allenatore, sperando di vincere almeno quanto fatto col Porto quando al massimo splendore della sua vita da calciatore portò a casa tutti i trofei del calcio lusitano oltre all’Europa League concludendo anche il 2011, anno di grazia, con la vittoria della Copa America con l’Uruguay, l’apice mai più raggiunto di una carriera ingannevole.
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