Lo slovacco è approdato all’Inter nell’estate 2017 dopo una grande stagione, la prima in Serie A, alla Sampdoria. In Patria è stato nominato due volte consecutive giocatore dell’anno
Skriniar si è dimostrato fin qui un calciatore diverso da tutti gli altri, o almeno da molti. In estate avrebbe potuto fare la ‘guerra’ all’Inter pur di andare al Psg, a guadagnare subito il doppio, bonus esclusi, di quanto prendeva e prende tutt’ora. Invece non l’ha fatto, lasciando decidere al club del suo futuro.
Poi ha dato priorità al prolungamento coi nerazzurri, ben sapendo che non avrebbero potuto raggiungere la proposta dei parigini. L’Inter ha messo sul tavolo un contratto da 6 milioni netti più bonus e attende una risposta. Possibilmente entro la fine di gennaio. Al-Khelaifi sui 9, incentivi inclusi, partendo da una base fissa simile a quella che propone Marotta.
Fascia da capitano al braccio da quando Onana ha spodestato Handanovic, non è un mistero il fatto che lo slovacco sia molto legato alla società di viale della Liberazione. Allo stesso tempo, però, è anche un professionista giunto alla soglia dei 28 anni. Li compierà il 28 febbraio. Ciò vuol dire che questo è forse l’ultima possibilità per fare un salto di qualità, trasferendosi in uno dei club più ricchi e competitivi a livello internazionale. Uno del suo livello, dopo che ha vinto in maglia nerazzurra uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa, non dovrebbe farsi scappare tale opportunità. Un’opportunità che è economica ma pure sportiva.
Perché restare all’Inter
Ma proprio perché Skriniar è diverso, è tutto in ballo. Ovvero il rinnovo è ancora possibile. Il classe ’95 potrebbe emulare Brozovic, il quale ha preferito rimanere nella propria comfort zone, in una squadra dove aveva garantito un ruolo centrale, da protagonista. Perché andando altrove, nel caso del croato al Barcellona o in qualche club inglese, un posto fisso avrebbe dovuto conquistarselo. E non sarebbe stato scontato riuscirci, vedi Lukaku.
Skriniar qui è praticamente intoccabile, a Milano (si) sta bene. E in fin dei conti gioca in un club di spessore mondiale, seppur non competitivo per la Champions. Oggi, in verità, nemmeno per lo scudetto. Restare all’Inter rappresenterebbe dunque una scelta incredibile, fuori dal comune.
Skriniar da Real Madrid e Barcellona
Non sta disputando la sua miglior stagione, forse anche per questa incertezza sul proprio futuro, ma Skriniar rimane uno da grandissimi palcoscenici. Uno senz’altro da Real Madrid e Barcellona, con entrambe che avrebbero peraltro bisogno di rinforzarsi dietro, così come da Liverpool e Manchester City. Da top club di Premier.
Roberto Sistici, colui il quale lo portò in Italia e che adesso lo assiste in qualità per così dire di consulente, starà probabilmente consigliandogli di andarsene dall’Inter. Di fare, finalmente, questo meritato balzo in avanti. Il treno verso La Mecca è ancora in stazione, pronto a farlo salire a bordo. Fra un anno, magari, non sarà più così perché il calcio va veloce e chi oggi vale 100 domani può valere 10.
Una sconfitta perdere Skriniar a zero
Perdere Skriniar a zero, perché è a zero che il Psg lo prenderebbe, sarebbe una sconfitta totale per i dirigenti interisti che in estate rifiutarono circa 60 milioni per il cartellino, chiedendone 70 e poi 80 dopo che sfumò Bremer.
“È il giocatore più utilizzato dell’Inter, ma io 50 milioni per un difensore per principio non li rifiuto mai – ha detto l’ex capitano nerazzurro Bergomi a ‘Sky Sport’ a proposito di Skriniar, lanciando una critica alla società proprio in merito alla mancata cessione del centrale nella scorsa finestra estiva di mercato – Bisogna essere pronti a individuare un certo tipo di giocatore, ce ne sono tanti in giro”.
Marotta e Ausilio avrebbero poi il problema del sostituto, considerato il budger esiguo che hanno a disposizione per la campagna acquisti. Piace molto Scalvini dell’Atalanta, ma il diciannovenne di Chiari ha già una valutazione intorno ai 40 milioni di euro. È pur vero, però, che gli ottimi rapporti con il club orobico potrebbero consentire di imbastire un’operazione sulla base del prestito oneroso con obbligo di riscatto ‘condizionato’, una formula tanto cara al disastrato bilancio. Eccellenti sono anche quelli col suo entourage, capitanato da Tullio Tinti, lo stesso agente di Inzaghi, Bastoni e Darmian, quest’ultimo a un passo dal rinnovo contrattuale.