Sembra giunta davvero al capolinea l’avventura di Milan Skriniar: un addio senza rinnovo che però parte da lontano. Dalla dirigenza alla proprietà
Si avvicina sempre di più l’addio a parametro zero da parte di Milan Skriniar. Lo scenario che ne dirigenza, ne allenatore e tantomeno i tifosi avrebbero mai voluto vedere in atto potrebbe quindi concretizzarsi.
Il pessimismo che filtrava ha trovato conferme con il rifiuto da parte dello stesso centrale slovacco in merito alla proposta di rinnovo presentatagli dal club di Suning e che si attestava sui 6 milioni netti più bonus. Non sono bastati a trovare terreno fertile intorno a Skriniar che potrebbe essere quindi attratto dalla moneta sonante del Paris Saint Germain e a niente sarebbero così serviti tutti i gesti d’amore da parte dei tifosi che lo avevano invitato a rimanere. Rischia quindi di concretizzarsi un lungo addio, che a meno di svolte in positivo, potrebbe quindi portare lo slovacco a giocare i suoi ultimi mesi da calciatore dell’Inter. Al netto di tutto il club meneghino non ha intenzione di cederlo in questa sessione invernale e dunque di fronte le strade rimanenti sono due: firma o addio a zero in estate. Una linea chiara, mentre per il futuro del ragazzo il PSG sembra davanti a tutte, anche alla suggestione Bayern Monaco.
Inter, la gestione del caso Skriniar: un addio che parte da lontano
Appare chiaro però come una partenza a titolo gratuito di un calciatore tanto forte ed importante rappresenterebbe un bagno di ‘sangue’ per l’Inter, con annesso fallimento della strategia del club di Suning.
Zhang e Marotta a più riprese nei mesi scorsi hanno infatti professato attesa e ottimismo in merito al rinnovo di Skriniar che però sembra andare in tutt’altra direzione. Una gestione complessiva che quindi non convince, e che vede nella scorsa estate forse il peccato originale. Dal momento in cui si avvicinava la scadenza 2023 del contratto dello slovacco appariva quindi chiaro che il rischio di perderlo a zero si sarebbe fatto sempre più importante col passare del tempo. Per i vari Marotta, Ausilio e Zhang sarebbe stato quindi forse più saggio cedere il ragazzo in estate a prezzo importante, con il Paris interessato, provando poi a trovare subito un erede. Un atto che però si sarebbe potuto concretizzare solo nella prima metà della sessione estiva, e non di certo a fine agosto quando il PSG sembrava tornato all’assalto. In quel momento era troppo tardi per la mancanza di alternative pronte (Bremer era già alla Juve), e per delle tempistiche quindi troppo risicate. Una gestione che quindi, a meno di colpi di scena, potrebbe portare all’addio a zero di uno dei calciatori più importanti della rosa di Inzaghi, con l’onere di doverlo anche sostituire al meglio in un momento economico per nulla semplice.