Resilienza e fiducia nei propri mezzi sono le armi del tecnico piacentino, ancora una volta capace di ribaltare i pronostici e consolidarsi al secondo posto in classifica alle spalle del Napoli
È stato bersagliato diverse volte all’inizio della stagione regolare, dato già per spacciato dopo appena qualche uscita in campionato e i primi impegni di Champions League. I risultati maturati sul campo, in particolare modo contro le grandi squadre, non avevano certamente fatto ben sperare che l’Inter potesse giocarsi al pari di Milan e Napoli il sogno Scudetto, ma parlare di esonero ha sempre suonato troppo esagerato.
Non tanto per mancanza di presupposti, quanto per il fatto che un cambio di guida tecnica è sempre un evento traumatico per una squadra già rodata come quella nerazzurra. Abituarsi ad un’altra figura non è facile, perché ci si porta dietro i precetti di quella precedente. Inzaghi avrebbe certamente lasciato un vuoto importante, visti anche i successi della passata stagione, confermando nella mente del presidente Steven Zhang l’idea di non farlo andare da nessuna parte. E infatti, fino alla fine, così è accaduto. Il tecnico piacentino è alla guida del sodalizio di Viale della Liberazione più fermo e saldo che mai. Della resilienza ha fatto la sua arma principale, come se avesse sempre la forza di rialzarsi dalle difficoltà senza dar minimamente credito alle dicerie mediatiche pronte a spiazzare, stuzzicare, tediare. Della fiducia nei propri mezzi, nel gruppo alle sue dipendenze, ha fatto il mezzo per ribaltare le situazioni. Dopo la vittoria della Supercoppa Italiana con un sonoro 3-0 ai danni del Milan, Inzaghi è riuscito a preparare i suoi con tanta diligenza che non hanno fatto cilecca neppure nell’ultimo incontro derby contro i cugini rossoneri. E ora sono consolidati tutti al secondo posto in classifica, alle spalle della irraggiungibile Napoli ma una spanna sopra alla Roma dell’ex Mourinho.
Unico rammarico per Inzaghi, poi è caccia al successo
La corsa di Inzaghi passa, come detto, da qualche scivolone incappato lungo la strada. Avvenimenti che capitano, purtroppo, anche alle grandi squadre nei momenti in cui la compattezza e la lucidità mentali vengono meno. L’unico grande rammarico del tecnico, infatti, è aver perso terreno sulle rivali nel giro di quei mesi autunnali difficili, costellati dalle assenze di Marcelo Brozović e Romelu Lukaku.
Come raccontato da lui stesso nel post-partita di ieri, però, gli obiettivi per il futuro restano immutati: guardare avanti con convinzione e fiducia, nella speranza di fare bene anche nei prossimi impegni di Champions League che verranno. La conquista degli ottavi è un grande risultato, così come lo è aver raggiunto per l’ennesima volta la semifinale di Coppa italia. Che l’Inter possa ripetersi sulla scia degli stessi identici successi dell’anno scorso non è improbabile, ma servirà il cento per cento da parte di tutti. Inzaghi compreso.