L’argentino è l’uomo in più della squadra di Inzaghi, in attesa della Champions. Nel derby altri segnali di crescita del belga, destinato a restare
Un Lautaro così sarà difficile da trattenere a Milano ancora un’altra stagione. Zhang, rincorso dai creditori, ha bisogno di fare cassa e l’argentino è quello che, forse insieme a Barella, gli permetterebbe di respirare a pieni polmoni.
Dal post Mondiale il classe ’97 di Bahia Bianca è praticamente sempre andato in gol. Sette in tutto, alcuni pesanti come quello di ieri al Milan nel derby che ha consentito ai nerazzurri di consolidare il secondo posto e quindi il piazzamento Champions.
Proprio in Champions il neo Campione del Mondo è atteso a un ulteriore balzo di qualità, o potremmo dire alla conferma della crescita avuta in questi mesi. Ha ragione Inzaghi, Lautaro è da un anno che gioca su livelli altissimi, ma è con il Mondiale (vinto, seppur non da comprimario a causa di problemi fisici) che sembra sia scattata una scintilla nuova. Oggi è un calciatore più solido e maturo, con una maggiore fame di vittorie. Un leader non solo tecnico, al di là della fascia da capitano, uno che dentro lo spogliatoio sa farsi sentire anche nell’incitare e sgridare i compagni.
L’AtleticoMadrid, dovesse rimanere Simeone, sicuramente riproverebbe a prenderlo. Sono probabili pure i tentativi di qualche big inglese, in fondo parliamo di un classe ’97 spesso decisivo e che ha già vinto molto. Oltre al campionato del mondo, una Copa America e uno Scudetto (entrambi da protagonista) nel mini-ciclo Conte. Qualora rinnovasse col Tottenham, anche il salentino potrebbe riprovarci.
Lautaro sta bene a Milano, dove ha aperto anche un ristorante, e all’Inter ma con Skriniar si è avuta una ulteriore conferma del fatto che a comandare è sempre il Dio denaro. Ma è ovvio che sia così, il calcio è anzitutto business e ognuno pensa in primis ai propri interessi. La carriera dei calciatori ha poi vita breve, dunque occorre massimizzare i profitti.
Paradossalmente è più incerta la permanenza dell’ex Racing che quella di Romelu Lukaku. Contro il Milan venti minuti molto positivi del belga, in evidente crescita sotto l’aspetto della condizione fisica.
L’Inter giustamente si pone degli interrogativi sulla conferma del classe ’93 di Anversa, a cui l’annus horribilis al Chelsea ha fatto davvero male. Grosso com’è, una stagione vissuta giocando poco ha reso i suoi muscoli più fragili e il suo corpo maggiormente soggetto a infortuni.
L’Inter attuale, senza una vera proprietà, non avrà però le risorse economiche per andare a prendere una punta più giovane e ‘fresca’ (costano molto sul mercato), ecco perché il rinnovo del prestito di Lukaku – a condizioni più vantaggiose della scorsa estate. Del resto a Londra non può tornare – rappresenta la soluzione più semplice e conveniente per tutti.
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