L’imbattibile tecnico portoghese suona la carica in prossimità dell’incontro con la sua ex squadra, identificata anche come possibile panchina futura dopo l’era Inzaghi
Ventidue gare senza sconfitte da assoluto protagonista nel campionato de la Liga Portugal, di cui dieci vittorie consecutive nelle ultime dieci disputate in tutte le competizioni ufficiali di questa stagione.
Il Porto di Sergio Conceicao ha voglia di fare la voce grossa anche contro l’Inter, nel prossimo incontro internazionale valevole per gli ottavi di finale di Champions League. Il tecnico portoghese vuole impattare positivamente sul terreno di gioco di San Siro, tempio che lo ha accolto per diversi anni anche in qualità di avversario quando giocava in Serie A. Oggi le sue qualità di leadership sono semplicemente mutate, adattate all’incarico che ricopre con orgoglio da diversi anni a questa parte.
Il suo modello di gioco appare semplice, eppure particolarmente efficace perché duttile contro ogni tipo di avversario che incontra sul proprio cammino. Quel 4-4-2 è impostato sull’analisi e la prevenzione dei movimenti di chi non porta il pallone: in caso di pressing alto, Conceicao preferisce scambi diretti verso la prima punta – nonché primo riferimento offensivo – Taremi. Alle volte è probabile che il portiere possa innescare con lanci lunghi gli esterni, affinché possano affondare dalle fasce l’azione offensiva. Qualora invece l’avversario preferisca attendere la contromossa, il Porto distribuisce le proprie energie in modo equo partendo dal basso con i mediani. I terzini salgono per dare man forte agli esterni e creare superiorità numerica, così da tentare di compattare l’azione a ridosso della trequarti opposta. In questo l’Inter dovrà essere capace di valutare di volta in volta l’approccio difensivo migliore.
Per certi versi, l’ingegno di Conceicao è molto apprezzato anche in Italia. Non a caso di recente il suo nome è stato inserito nel circuito degli allenatori del Bel Paese nel caso in cui proprio Simone Inzaghi dovesse perdere posto prossimamente sulla panchina nerazzurra. Magari non al termine di questa stagione, ma a quella successiva se dovessero venir meno gli obiettivi prefissati. A fungere da collante con la dirigenza nerazzurra potrebbe persino essere il suo agente, Jorge Mendes.
Con l’avvento del portoghese, tuttavia, l’Inter potrebbe anche dover apportare una nuova modifica sostanziale all’organico finora improntato soprattutto sulla base dei consigli lanciati dall’attuale tecnico piacentino. La difesa a tre passerebbe a quattro, dovendo quindi sacrificare un centrale di spessore (come potrebbe già essere Skriniar) per aggiungere i due terzini lungo il canale arretrato. A supporto del centrocampo, invece, dovrebbero figurare due esterni con doti maggiormente offensive a scapito della presenza di una mezz’ala (improbabile che possa trattarsi di Barella). Resterebbe invariato il tandem d’attacco, con Lautaro verosimilmente improntato sul gioco da seconda punta rifinitrice alle spalle del pezzo da novanta (più Dzeko che Lukaku).
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