Il movimento di azionariato popolare Interspac potrebbe garantire all’Inter un sostegno economico importante, sempre che il presidente apra al dialogo
Il campionato di Premier League è l’esempio perfetto del concetto di appetibilità dei club inglesi sul mercato internazionale. Le società acquirenti sono forti economicamente e per questo motivo possono apportare importanti modifiche ai rispettivi organici, innalzando il tasso generale della competizione. Anche alcuni club italiani stanno tentando di seguire questo modello, a partire dalla Juventus passando poi per Inter, Milan e Roma.
Quel che tuttavia manca ancora ai nerazzurri per completare tale opera è la promessa da parte della dirigenza in mano a Steven Zhang di fare affidamento su solide basi finanziarie. Cosa non da poco. Di conseguenza, molti dei tifosi continuano a credere fermamente nella possibilità non solo di una cessione ad un gruppo maggioritario più forte, ma anche al sostengo del movimento di azionariato popolare Interspac lanciato dal tifosissimo esperto economista Carlo Cottarelli. Già numerosi club di Bundesliga, altra lega in forte crescita, operano su questa linea di pensiero. Zhang però sarebbe ancora restio ad accogliere richieste diverse da quella dell’ammissione di un socio di minoranza.
Interspac è pronta all’intervento: “Serve apertura di Zhang”
“Interspac non è un progetto di scalata per prendere il controllo dell’Inter” – spiega Cottarelli a ‘Libero’ – “ma un piano di azionariato che permetta ai tifosi di sostenere economicamente la società, come sta facendo il Bayern Monaco“, ha quindi commentato il fondatore.
“Senza neppure una forte campagna pubblicitaria siamo riusciti a raccogliere i contributi di 80mila tifosi interisti, vogliosi di investire almeno 212 milioni di euro. Con una buona campagna pubblicitaria si potrebbe arrivare persino al doppio“, ha poi aggiunto Cottarelli spiegando il senso ultimo di quest’opera. “Per una squadra come l’Inter si parla di cifre che sfiorano il miliardo e per questo motivo stiamo cercando partner esterni. A meno che il presidente non cambi idea sulla partnership che potrebbe nascere con l’azionariato“.