Non era la prima scelta per il dopo Handanovic, ma il camerunese preso a costo zero sta dimostrando di essere un portiere da Inter
Calhanoglu è stato premiato dall’UEFA come migliore in campo di Porto-Inter, ma a nostro avviso il premio sarebbe dovuto finire a uno dei tre difensori, Darmian più di tutti oppure ad Andre Onana che nel finale, aiutato anche dal palo, ha salvato lo 0-0 che ha regalato i quarti di Champions dopo dodici anni. Alla faccia di chi, avrà pensato un Inzaghi ieri fin troppo polemico (le critiche devi aspettartele quando alleni un club come l’Inter) vorrebbe il ritorno di Conte, uno che i quarti riuscì a raggiungerli solo nella sua avventura alla Juve. Preistoria.
Il camerunese è stata l’ennesima operazione a zero di questi tormentati anni di gestione Suning. Sicuramente non l’ultima, ma una delle più indovinate considerato che parliamo non di un calciatore a fine carriera come possono essere i vari Dzeko e Mkhitaryan. Il 2 aprile compierà 27 anni, insomma davanti a sé può avere ancora una decina di anni di carriera. L’Inter non lo aveva in cima alla lista per l’eredità di Handanovic, ma una volta sfumate certe piste e suggestioni, da ter Stegen a Musso, ha deciso di andare a chiudere aspettando un annetto per prenderlo gratis. Periodo in cui lui non ha quasi mai giocato, complice la squalifica per doping.
Abbiamo sofferto un po’ però ne è valsa la pena, vero interisti? 😜😂🖤💙 pic.twitter.com/SX5UppQtiK
— Andre Onana (@AndreyOnana) March 15, 2023
Onana un portiere da Inter
Alla fine ci ha messo davvero poco per prendersi la maglia da titolare. Un po’ grazie ad un Handanovic sotto certi aspetti non più presentabile a grandi livelli, tanto grazie alla sua forte personalità e a quel coraggio, misto a strafottenza che in fin dei conti sono requisiti fondamentali per difendere la porta di un club come l’Inter. Nella sua storia i nerazzurri hanno avuto portieri straordinari, sicuramente superiori a Onana, il quale però sta dimostrando di avere tutte le caratteristiche per essere un portiere da Inter.
A suo modo l’ex Ajax è pure un leader, un trascinatore, uno che – pur essendo lontano dalla perfezione – infonde sicurezza alla difesa. È, in fondo, il numero uno di cui il club aveva bisogno, il massimo possibile viste le ristrettezze economiche. Se il suo futuro sarà all’Inter lo vedremo, dipenderà come sempre dal mercato perché, lo sappiamo, nessuno ad Appiano (e non solo) è davvero incedibile.