Il tecnico del Tottenham, vincitore dello Scudetto con l’Inter, non ha fatto tanto bene quanto l’attuale tecnico nerazzurro: parlano le statistiche
“Abbiamo fatto un’ottima partita, i ragazzi sono stati bravissimi e concentrati contro un’avversaria per niente facile da affrontare. Direi che abbiamo fatto la storia dell’Inter“, aveva esordito Simone Inzaghi nel post partita contro il Porto. E per quanto vera sia la prima parte della dichiarazione, vista la giusta interpretazione tattica degli uomini disposti in campo, anche la parte finale ammette qualche considerazione positiva in merito. Perché nonostante le tante critiche recenti, il tecnico piacentino ha portato questa Inter verso nuovi orizzonti.
Per la precisione, erano dodici anni che il gruppo nerazzurro non riusciva a superare le fasi degli ottavi di finale di Champions League. L’ultima volta era accaduto sotto la guida del buon José Mourinho, con quel Triplete incredibile che resterà impresso nella mente di chi ha vissuto quei momenti sugli spalti o dietro ad un televisore. Nel suo piccolo, Inzaghi ha scritto pagine importanti da due anni a questa parte. Numeri di peso che neppure il suo predecessore Antonio Conte era riuscito a tenere vivi. Perché per quanto l’attuale responsabile tecnico del Tottenham sia riuscito nell’impresa di spezzare l’egemonia della Juventus, portando a Milano nuovamente uno Scudetto a tinte nerazzurre, sotto tanti altri punti di vista non è riuscito ad incidere come ha fatto l’ex Lazio.
Le statistiche parlano chiaro: Inzaghi ha vinto due Supercoppe e una Coppa Italia nel giro di due stagioni non ancora concluse. E c’è ancora tanto in ballo. Certo i risultati a volte sono stati preoccupanti, soprattutto contro le grandi del nostro campionato all’inizio e nelle ultime uscite ufficiali contro Bologna, Sampdoria e Spezia; ma quel che conta di più è che ciascuna vittoria possa portare a nuovi successi in futuro. Un progetto promettente, di forte crescita per un brand dilaniato dalle difficoltà economiche degli ultimi anni.
Inzaghi show, meglio di Conte nelle coppe
“Non festeggio troppo, sono tranquillo. Quando arriverà il momento, allora parlerò. Rivincita? Mastico calcio da troppi anni, so quali critiche ritenere costruttive e quali no, da chi sono mosse e da dove arrivano. In Serie A vogliamo certamente difendere il secondo posto e adesso ci aspetta una partita importante contro la Juventus“, aveva poi aggiunto a fine discorso. Parole determinate, frutto della buona dose di autostima che il tecnico piacentino porta con sé anche negli scenari che contano davvero.
Nulla è però lasciato al caso. Lo stesso impegno sarà richiesto contro i bianconeri la prossima domenica, avversaria ostica e in fiducia. L’Inter è una squadra matura, tale anche grazie ad Inzaghi. Senza nulla togliere a Mourinho e Conte, anche lui ha fatto la storia. E chissà che non possa continuare su questo filone.
L’Inter non ci sta: il comunicato ufficiale post Porto
A margine dell’evento sportivo giocato sul terreno dello Stadio Do Dragao di O Porto, l’Inter ha manifestato tutta la propria vicinanza ai tifosi ai quali è stato negato l’accesso.
“FC Internazionale Milano esprime la massima solidarietà nei confronti dei propri tifosi, provenienti da tutta Europa e in possesso di regolare tagliando d’accesso per la partita di ieri sera, Porto-Inter, ai quali è stato vietato l’ingresso allo stadio Do Dragão. A seguito di decisione unilaterale del Porto, moltissimi sostenitori interisti, tra i quali numerose famiglie con bambini, sono stati segregati in una zona di contenimento nei pressi del settore ospiti e lì trattenuti per tutta la durata della partita a cui non hanno potuto assistere, esponendoli così a una grave condizione di tensione e potenziale pericolo. FC Internazionale Milano chiede a UEFA di intervenire affinché si faccia luce su quanto accaduto e che situazioni di questo genere, in contrasto con i principi cardine di sportività, uguaglianza ed inclusione, non si ripetano mai più, a difesa di tutti i tifosi, indipendentemente dalla propria fede calcistica e nazionalità di provenienza”, si legge nella nota.
Plusvalenze, Bandecchi a TvPlay: “Le comiche del mondo del calcio”
“Aver pagato i contributi per due anni e mezzo mi fa sentire fregato. Cosa li ho pagati a fare? Sono d’accordo con il presidente del Pisa, io che sembravo l’unico ad essersi innervosito ma anche lui ha sbottato dopo la rateizzazione concessa. Ecco le comiche del mondo del calcio“, ha dichiarato Stefano Bandecchi in diretta su TvPlay.
Il patron della Ternana Calcio ha poi aggiunto: “Il calcio assorbe solo denaro e non da nulla indietro, non vedo l’ora di uscirne. Tante squadre hanno avuto modo di spalmare i contributi, nel mondo reale un’azienda non durerebbe un giorno così. Ci sono piazze che hanno speso senza guadagnare nulla“.