L’amministratore delegato dell’Inter ospite di TeleLombardia ha trattato di alcuni temi caldi a seguito della grande qualificazione dei nerazzurri ai quarti di Champions
Ospite della trasmissione televisiva d’ambito sportivo su TeleLombardia, l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha storto ancora una volta il naso per l’accaduto che ha coinvolto negativamente i tifosi nerazzurri rimasti fuori dallo Stadio Do Dragao di Porto. Questi sono stati infatti tagliati fuori dalla società ospitante, impedendo loro di assistere alla grande prestazione offerta dalla squadra nerazzurra nel ritorno degli ottavi di Champions League.
“Si è trattato di un fatto increscioso e deplorevole che abbiamo prontamente condannato. Abbiamo inviato una nota investigativa all’UEFA. Inoltre, in mattinata abbiamo tenuto un meeting in relazione al mancato rispetto dell’accordo con la società del Porto secondo cui i tifosi avrebbero dovuto fare il loro ingresso allo stadio in maniera scandita, sebbene ci fossero restrizioni di ordine pubblico. La decisione di blocco è stata presa soltanto da loro. Abbiamo anche una mail attestante questo accordo, poi disatteso“, ha dichiarato in apertura Marotta.
“Dal punto di vista regolamentare, ai tifosi dell’Inter era riservato il 5% della capienza massima dello stadio in un settore apposito. Sul loro sito avevano anche intimato ai tifosi italiani di non acquistare biglietti in altri settori, ma ai residenti in Europa nessuno ha detto niente e loro li hanno comprati. Una volta eseguito l’acquisto è il Porto che deve farsi carico di gestire la situazione, anche col supporto dell’Inter, che ha messo a disposizione una quindicina di steward per garantire la sicurezza. C’erano anche nuclei familiari con mamme e bambini: si trattava di uno scenario lontano da quanto accaduto a Napoli“, ha poi proseguito l’amministratore delegato.
“Riteniamo che lo sport sia strumento di aggregazione, al di là della fede: l’importante è che venga consentito l’ingresso con tutte le precauzioni possibili. In questo caso era stato suggerito di presentarsi allo stadio senza indossare strumenti di riconoscimento come maglie o vessilli. Quindi il Porto ha fatto marcia indietro. Fare una class-action? Ci sono gli strumenti e faremo modo di tutelare i nostri tifosi nelle sedi opportune. Stiamo valutando quale decisione prendere per alleviare la delusione, soprattutto dei bambini. Vogliamo capire come contribuire a far vivere loro le emozioni che hanno perso in quella serata“, ha annunciato ancora una volta con decisione Marotta.
Poi la sua attenzione è piovuta addosso alla grande soddisfazione maturata in seguito al risultato sportivo: “Il merito principale è di tutti coloro che scendono in campo e dell’allenatore. La società lavora per supportarli al meglio, la nostra presenza è quotidiana. Vogliamo mettere i calciatori nelle condizioni di rendere al meglio, senza alibi. In questo caso hanno dato il massimo e hanno raggiunto un obiettivo che rispecchia al meglio i valori di questo club così come la sua lunga storia“.
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