Alcuni tifosi interisti arrivati ad Oporto per seguire il ritorno degli ottavi di Champions non dimenticheranno presto quel giorno in Portogallo. Su Tuttosport è comparsa la testimonianza di uno dei supporter bloccati fuori dallo stadio: “Noi intrappolati. Ho temuto per la vita“
Tuttosport ha raccolto l’importante testimonianza di un interista escluso dal Do Dragao la sera del 14 marzo. Francesco Rosito, in fila fuori dallo stadio dalle 18:30, ha raccontato così la sua serata. “La giornata era iniziata male e lo avevo capito non appena atterrato all’aeroporto dopo circa due ore di tragitto, provenienza Londra. Neanche il tempo di togliere il telefono dalla modalità volo, e iniziano arrivare messaggi preoccupanti su una clamorosa retromarcia del Porto“.
“Il biglietto regolarmente acquistato viene letto al tornello riportando un non precisato errore“, ha continuato Rosito. “Inizio a capire e a temere. Poi alla porta 19 l’amara conclusione, niente partita“.
L’ipotesi è che il sistema di accesso, con lettura dei biglietti, sia stato tarato proprio per escludere coloro che rivelavano un cognome italiano al di fuori del settore ospiti. Fosse così, sarebbe davvero grave.
Il tifoso dell’Inter respinto dai portoghesi: “Ho temuto per la vita”
“Ho temuto per la vita“, ha detto Rosito. E come lui, altri mille o più tifosi, fra cui bambini, hanno vissuto minuti di panico. “Siamo rimasti fuori in tantissimi, almeno un migliaio, se non di più. Il settore dove ci avevano mandato era già esaurito, quindi anche a logica era impossibile entrare“, ha spiegato ancora il tifoso.
Poi la confessione: “Ho davvero temuto per la mia vita. Siamo stati messi in questo pericolosissimo imbuto, in questa fila dalle 18:45, dove non si avanzava di un centimetro. La zona non era assolutamente sicura, eravamo tutti ammassati. In questa strettoia la gente, anche non volendo, spingeva. Nonostante la tensione massima, non è successo nulla di grave. Ma la verità è che eravamo intrappolati, non mi viene altro termine. C’erano pure bambini, anziani, persone con le stampelle”.
“Dove ho visto la partita? Sul cellulare“, ha concluso amaramente il tifoso. “Sono andato via verso la fine del primo tempo. Uno prende le ferie, spende soldi per voli e hotel, più quelli del biglietto, il disagio non è da poco“.
La vergona del Do Dragao: l’Inter non ci sta
L’Inter ha già fatto partire un esposto alla UEFA. Si critica l’atteggiamento del Porto dopo ciò che è accaduto al Do Dragao, con tantissimi tifosi nerazzurri lasciati fuori dallo stadio martedì sera. C’è molta indignazione per come le autorità portoghesi hanno gestito la vicenda. Come annunciato, l’Inter aveva trovato una soluzione diplomatica per far entrare i tifosi (titolari di un biglietto regolare) alla stadio del Porto. Ma i dragoni hanno deciso in extremis per l’esclusione dei tifosi italiani al di fuori del settore ospiti.
Eppure, dopo varie riunioni con le autorità, la stessa società portoghese aveva avuto rassicurazioni sul fatto che tutti i tifosi sarebbero regolarmente entrati nel loro settore. Una sola eccezione: i centocinquanta che avevano acquistato un posto nella curva della squadra di casa.
Alla fine non è entrato nessuno dei tifosi interisti che avevano comprato il biglietto sui canali del Porto. E sui social si è parlato di una vergognosa caccia all’italiano fuori dallo stadio. Respinti e poi ammassati sulla scalinata di ingresso del settore ospiti, i tifosi si sono sentiti in pericolo. Soprattutto quando le forze dell’ordine hanno tirato fuori i manganelli.
I tifosi dell’Inter si sono comportanti in maniera civile. Se avessero protestato, se si fossero infervorati, probabilmente sarebbero stati anche caricati dalla polizia, che li aveva bloccati nella rampa di accesso chiusa come un vicolo cieco. Quindi è solo grazie ai tifosi nerazzurro che la situazione non è degenerata.