Sono tanti i calciatori che nel corso del tempo non hanno retto il peso delle aspettative e degli illustri paragoni. Ne sa qualcosa l’Inter con l’Henry olandese
Da Vampeta ‘Tardelli moderno’ al flop interista di Montoya, passando per Wallace, il brasiliano che avrebbe dovuto infiammare la fascia. L’Inter negli anni ha raccolto anche diversi flop ed anche in attacco non sempre le ciambelle sono venute col buco.
Padre francese e madre di Capo Verde per l’olandese che in gioventù fu accostato in un paragone ardito per struttura e movenze addirittura ad un certo Thierry Henry. Si tratta di Luc Castaignos, attaccante olandese di Schiedam classe 1992 che ha ormai varcato la soglia dei 30 anni senza mai realmente rispettare quell’illustre parallelo che lo aveva anche accompagnato nel suo arrivo nella Milano nerazzurra. 187 cm di attaccante tecnico e strutturato che ha visto gli albori della sua carriera nello Schiedam Excelsior, squadra locale che lo mesi inizialmente in luce per poi essere notato, a soli 13 anni, durante un torneo a Rotterdam, dal Feyenoord che lo cede allo Sparta prima di accoglierlo nel proprio settore giovanile. Il primo contratto da professionista con i biancorossi arriva a 16 anni e da lì il tentativo di scalata di Castaignos tra grandi prestazioni con le nazionali giovanili olandesi, e l’ingresso in prima squadra al Feyenoord per crescere all’ombra do Roy Makaay. 15 goal realizzati in 34 presenze stagionali in Eredivisie nell’annata 2010/11, dopo il ritiro del precedente bomber, rappresentano il picco massimo della prima fase di carriera del classe 1992 che a quel punto non può che attirare le big d’Europa.
Il nome dell’Henry d’Olanda inizia a farsi strada e a battere la concorrenza è l’Inter di Moratti con un assegno da 1,5 milioni di euro più bonus nell’ultimo giorno del mercato invernale del 2011. Visite, firma e rientro in Olanda per completare la stagione.
A Milano effettivamente Castaignos ci approda sei mesi dopo con addosso quell’etichetta da potenziale talento con quel paragone con Henry, scomodo e da provare a rispettare. Le cose però non andranno così: 8 presenze, di cui una in Coppa Italia e una in Supercoppa, con all’attivo una sola rete è il bottino totale in nerazzurro. Il 27 novembre contro il Siena l’unico gol interista di Castaignos che non avrà mai una seconda chance. In estate, ad un anno e mezzo dal suo arrivo, viene immediatamente ceduto per 6 milioni di euro al Twente. Operazione anche paradossale a livello economico, ma positiva per l’Inter, soprattutto in relazione a quella che è stata poi la carriera di un ragazzo che per sua stessa ammissione avrebbe voluto un prestito: “Io volevo andare a giocare in prestito al Feyenoord ma l’Inter mi ha voluto vendere“. Parole a ‘RTV Erjnmond’ quelle dell’olandese che solo in patria al Twente è riuscito ad ottenere di nuovo uno score importante prima di riprovare all’estero dopo un triennio a Francoforte. All’Eintracht è un nuovo flop e da quel momento inizia una girandola di squadre poco fruttuosa: Sporting e Vitesse prima di andare in Corea e successivamente in Grecia con l’Ofi Creta. Oggi è infortunato a Magdeburgo nella seconda divisione teutonica.
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