Una squadra che punta a rientrare fra le prime quattro d’Europa e con un palmares d’eccezione; l’altra dal passato e dal presente non così importante e vincente. Il confronto fra gestione Zhang dell’Inter e gestione Commisso della Fiorentina è impietoso
La prima di queste squadre è a rischio sopravvivenza; la seconda punta a conquistare un ruolo di primo piano in Italia, sta per ristrutturare lo stadio e non teme alcuna concorrenza. Manca poco alla sfida fra Inter e Fiorentina in Serie A… Una partita importante per la squadra allenata da Simone Inzaghi, ancora in cerca di sé stessa in primavera inoltrata.
L’incontro sarà fondamentale anche per il presidente dell’Inter, che pretende il raggiungimento del piazzamento in Champions come obiettivo minimo, indispensabile per poter continuare a tenere a galla la società.
Steven Zhang non investe più. Sommerso dai debiti e inseguito da accaniti creditori, il giovane presidente dell’Inter non può programmare né rassicurare i tifosi sul destino della squadra. In pratica è impossibile per lui stimare cosa avverrà da qui al 2024. Continuerà a gestire la squadra anche l’anno prossimo o, come vi abbiamo spiegato in questo vecchio articolo, dovrà cedere il club al fondo USA con cui ha contratto un debito da 300 milioni?
Il problema per Zhang è a monte: da quando il Governo cinese ha imposto a tutti i suoi grandi imprenditori di limitare le spese all’estero in contesti sportivi e in generale ludici, per la famiglia Zhang non c’è stata più la possibilità di investire fuori dalla Repubblica Popolare Cinese.
Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, è invece pronto a mettere ancora più soldi nella squadra. Ecco perché è possibile parlare di confronto impietoso fra le due esperienze imprenditoriali. Ultimamente proprio Commisso ha parlato a New York, nel corso del Gala della John Cabot University, della sua esperienza da presidente di un club di calcio. “L’acquisto da parte mia della Fiorentina è stata la strada per rendere qualcosa all’Italia e al calcio“, ha detto l’italo-americano. “La Fiorentina ha una storia lunga e ricca nel calcio italiano ma non aveva mai avuto niente di proprietà in città. I soldi che abbiamo speso per progettare e costruire il Viola Park lasceranno per sempre qualcosa al club e alla città. Sarà uno dei più grandi centri sportivi d’Europa, dove giocheranno tutte le nostre squadre, comprese le ragazze e i giovani“.
Non è la prima volta che Commisso gonfia in petto e sottolinea la propria forza imprenditoriale. Sulla questione è sempre stato chiaro: ha già investito tanto per la Viola e continuerà a farlo. “Quando verrà inaugurato il Viola Park, avremo speso 440 milioni di dollari per acquistare il club e costruire il il centro sportivo. Nessuno dai tempi dei Medici aveva investito così tanto nella città“, ha dichiarato il presidente.
Commisso ci sa fare. Lo dimostra anche la questione dello stadio. L’Inter è ancora ferma, con un progetto fantasma, che non si capisce quando potrebbe mai trasformarsi in qualcosa di più concreto. Lo stadio della Fiorentina verrà ristrutturato con i nostri dello Stato: Commisso era pronto a pagare tutto di tasca propria, ma la città e il Governo non glielo hanno permesso. Ciononostante il presidente italo-americano è riuscito a trovare una soluzione per far andar avanti i lavori.
Da un po’ di tempo il presidente della Fiorentina può permettersi di guardare dall’alto in basso tutti gli altri club italiani. Ultimamente ha sfottuto la Juve per l’affare Vlahovic: “In tanti ci hanno criticato, ma Cabral e Jovic, costati 15 milioni, hanno segnato 20 goal nelle tre competizioni, mentre Vlahovic ne ha fatti 10 con due rigori. L’operazione è stata eccellente per noi e meno per la Juventus“. Tempo fa, si permise di chiedere delle scuse ufficiali da parte di Zhang.
Alla fine dell’ottobre del 2022, forse ricorderete, si sfiorò una rissa tra Commisso e Zhang. Il presidente dei Viola fu accusato di essersi scagliato contro la porta degli spogliatoi interisti e di aver aggredito verbalmente i dirigenti nerazzurri. Lo stesso Commisso qualche giorno dopo queste accuse respinse in toto la ricostruzione dei fatti e pretese delle scuse ufficiali da parte dell’Inter e del suo presidente Steven Zhang. Ma il presidente dell’Inter non rispose mai direttamente. Su certe cose, il giovane Steven è incorreggibile: si sente intoccabile.
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