Romelu Lukaku espulso dopo essere stato bersagliato da cori razzisti per tutta la partita Juve-Inter di Coppa Italia: martedì 4 aprile 2023 verrà ricordata come la serata della vergogna italiana a Torino
Al 95′ della sfida di andata delle semifinali di Coppa Italia, Lukaku si è presento sul dischetto per calciare un rigore, dopo un fallo di mano in area di Bremer. Il belga ha spiazzato Perin, e poi è stato espulso per aver esultato. Un’esultanza scomposta e provocatoria? No, Big Rom ha celebrato il proprio goal in modo dignitoso e rispettoso, di fronte ai tifosi avversari che lo avevano insultato senza pietà per tutto il tempo della sua permanenza in campo.
L’Italia è questa: un Paese in cui ci si accorge del marcio sempre un po’ troppo in ritardo, con sospetto o riserva, e lo si denuncia solo quando sembra brutto non farlo. Altrimenti si preferisce stringersi nelle spalle, buttare tutto sotto il tappeto, e amen. Poteva finire così, al solito. Tutte le prime pagine dei giornali infatti hanno evitato di parlare di razzismo. TuttoSport ha addirittura lamentato un mancato rosso a Lukuku per un suo intervento precedente e ha accusato il belga di eccessivo nervosismo. Gli altri quotidiani hanno parlato di esultanza provocatoria o al limite fraintesa.
Dall’estero sono arrivate invece le prime, pesanti critiche all’arbitro, incapace di leggere una situazione così chiara, e all’ipocrisia dei giocatori juventini. E poi, ovviamente, sono giunte le manifestazioni di solidarietà nei confronti di Lukaku: in tanti hanno denunciato la vergogna andata in scena a Torino. Cos’è successo, è facile ricostruirlo, senza dover indagare nella psicologia dei soggetti in causa o in fini nascosti. Ci sono le immagini, ed è tutto chiaro.
Ieri sera Lukaku dell’Inter è stato espulso, dopo aver risposto più o meno reattivamente ai cori razzisti ricevuti da parte di alcuni tifosi della Juventus. Questo è quanto. Subito dopo aver segnato si è bloccato sul posto, sull’attenti, con gli occhi chiusi e un dito steso sulle labbra. Quest’esultanza è già stata usata dal belga, anche recentemente, in nazionale: è un omaggio all’amico Atsu, morto durante il terremoto in Turchia di qualche mese fa.
Dopo essere stato raggiunto dai compagni, stretto nella morsa dei festeggiamenti, Lukaku ha aperto gli occhi e ha guardato la curva juventina, da cui continuavano a giungere fragorosi gli insulti. Intanto Perin, Danilo e altri giocatori della Juventus erano già partiti per fermare i festeggiamenti dell’Inter, indispettiti. A quel punto Lukaku, visibilmente toccato dagli insulti razzisti ricevuti, ha pronunciato due o tre volte “Muto!“.
Per l’arbitro (su indicazione di Cuadrado, con tanto di inseguimento) non è stato opportuno zittire i razzisti. E così è scattata la seconda ammonizione con conseguente rosso. L’ennesima dimostrazione che in Italia c’è un problema col razzismo ma anche e soprattutto coi modi in cui affrontarlo.
Il belga era stato bersagliato con cori razzisti, insulti e ululati, prima e dopo la sua esultanza. Un’esultanza, ribadiamolo, nota e già messa in scena su altri campi: non certo una provocazione. Il centravanti dell’Inter era nervoso? Certo: stava tirando un rigore al 95′, di fronte a una curva piena di imbecilli razzisti. Aveva voglia di mandare un segnale a chi lo stava e lo aveva in precedenza offeso. Ora si spera che l’ammonizione possa essere annullata. Gli ispettori federali non possono non aver udito. E anche se allo stadio erano distratti, ci sono immagini molto chiare.
I primi a reagire sono stati l’Anderlecht e la Nazionale belga, con note di solidarietà incondizionata nei confronti di Lukaku. Il comunicato dell’Inter è arrivato assai in ritardo, solo il giorno dopo i fatti di Torino. Ma per fortuna è arrivato (non era scontato, in un clima così teso). Questo è il testo, che riportiamo per intero.
“Siamo fratelli e sorelle del mondo. Dal 9 marzo 1908 è questa la nostra storia. Vogliamo ribadire con fermezza che ci schieriamo compatti contro il razzismo e ogni forma di discriminazione. Il calcio e lo sport devono essere non solo un veicolo di emozioni ma anche di valori chiari e condivisi, che nulla hanno a che fare con quanto visto ieri sera negli ultimi minuti della semifinale di coppa Italia a Torino, Juventus-Inter. Per questo ribadiamo tutto il nostro appoggio, il nostro affetto e la nostra solidarietà a Romelu Lukaku, come il mondo del calcio sta facendo da più parti in queste ore. Forza Rom, siamo con te!”
Nella notte, subito dopo i fatti di Torino era arrivata una nota ufficiale di Roc Nation, la società newyorkese che cura l’immagine del belga: “Insulti razzisti spregevoli a Lukaku: la Juve si scusi e la Lega condanni… Offeso prima, durante e dopo il rigore“.
Dovrà scusarsi anche Massa. Ma prima di lui dovrà farlo la Juventus. A fine partita Allegri, Danilo e Perin, intervistati dalle televisioni, hanno minimizzato l’evento, oppure hanno dato la colpa a Lukaku. Danilo ha ribadito che l’espulsione è stata giusta. Cosa dice il regolamento? Il secondo giallo per Lukaku da regolamento (esultanza provocatoria) non è un errore formale. Ma dato che questa esultanza è stata palesemente la risposta a cori razzisti Massa aveva il dovere di leggere diversamente la situazione. E sorvoliamo sul comportamento di Cuadrado e di altri giocatori della Juventus.
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