Il centravanti accostato anche all’Inter di recente potrebbe tornare in Serie A al posto di un difensore in grande spolvero
Ha scritto anche lui piccole pagine di storia bianconera negli ultimi anni a fasi alterne, lasciando ricordi indelebili ed etichettando più volte Torino come sua seconda casa. L’amore italiano, una famiglia amorevole e il cuore che pulsa come se avesse qualcosa di italiano sempre con sé. Alvaro Morata non dimentica e non dimenticherà mai quanto fatto con la Juventus, anche laddove il club bianconero gli ha voltato le spalle non riscattando il suo cartellino dall’Atletico Madrid.
Il centravanti spagnolo resta comunque un elemento importante per Diego Simeone e la Nazionale Spagnola, sebbene le sue prestazioni non siano del tutto eccezionali. L’idea sarebbe comunque quella di dargli la possibilità di tornare in Serie A, un campionato che conosce bene e nel quale potrebbe dare ancora il suo contributo. Ultimamente era stato accostato all’Inter in un’operazione di scambio, ma la verità è che il club nerazzurro al momento non ha bisogno di lui. Semmai, al posto dei partenti Romelu Lukaku e Joaquin Correa, preferirebbe profili più giovani come Mateo Retegui e Marcus Thuram. Così il calciatore ex Juventus potrebbe lasciarsi alle spalle queste voci, ricalando l’idea di Simeone.
Calciomercato, Morata per Ibanez: l’idea folle di Simeone
Per rinfrescare una difesa ormai antiquata e ripetitiva nel corso delle ultime stagioni, il tecnico argentino avrebbe bisogno di qualcuno come Roger Ibanez. Obiettivo concreto e alla portata, l’uomo di José Mourinho vale almeno 45 milioni di euro. Un prezzo onesto e competitivo per colui che blinda, fronte centro-sinistro, una catena arretrata molto solida.
In questo, dunque, Morata potrebbe rappresentare la chiave d’apertura della trattativa andando ad abbassare notevolmente la pretesa di almeno una ventina di milioni. A quel punto resterebbe da capire fino a che punto Mourinho potrebbe spingersi, lasciando partire uno dei suoi pupilli penalizzando la difesa della Roma, ma rinforzandone il reparto offensivo capeggiato da un Tammy Abraham sottotono e un Andrea Belotti lontano dalle prestazioni di un tempo.