Il retroscena în cui è rimasto coinvolto l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, nelle settimane di difficoltà dell’ambiente nerazzurro prima della ripresa
La stagione nerazzurra sta per concludersi nel miglior modo possibile. Perché per i tifosi l’approdo in finale di Champions League non era certo un obiettivo inizialmente contemplato o ipotizzato come raggiungibile. Era semplicemente un sogno, come anche arrivare in finale di Coppa Italia o fare il bis di Supercoppa Italiana.
L’unico vero rimpianto sta nel campionato sfuggito, ma è anche vero che laddove finiscono i demeriti dell’Inter saltano fuori i meriti del Napoli. Così il bilancio, assolutamente positivo, fa respirare anche gli addetti ai lavori e l’intero ambiente di Viale della Liberazione.
Anche chi, nelle settimane antecedenti il cambio di marcia improvviso, aveva accusato il colpo delle critiche per una gestione deludente e altalenante, al di sotto delle attese e contrario agli standard di vittoria della società. A lamentare di una mancanza di ‘sostegno’ e supporto, infatti, è proprio il tecnico Simone Inzaghi. Stando alle parole di Sandro Sabatini, giornalista intervenuto nel corso della trasmissione ‘Pressing’ in onda su Canale 5, il rapporto di Inzaghi con l’amministratore delegato Giuseppe Marotta si sarebbe un po’ raffreddato e del malumore naviga ancora tra le sale.
“Il tecnico ce l’ha con il dirigente perché nel momento di maggiore difficoltà della stagione non lo avrebbe difeso a dovere, scacciando le voci dell’esonero o di un cambio in panchina“, ha dichiarato Sabatini con attenzione.
Anzi, al contrario Marotta sarebbe stato tra gli ‘artefici’ dell’alimentazione di quelle voci. “Come le ferite che si rimarginano, anche i sassolini possono esser tolti dalle scarpe. Credo sia legittimo che Marotta abbia nutrito dubbi sulla gestione Inzaghi in quel frangente, ma è altrettanto legittimo che lo stesso Inzaghi abbia recepito come un tradimento quei dubbi“, ha poi aggiunto il giornalista.
Insomma, scaramucce interne comunque risolvibili. Stretta di mano e si riparte. Una divisione non è certamente ciò di cui avrebbe bisogno l’Inter in questo momento di estrema gioia, in cui le masse d’Italia sono state unite sotto un unico stendardo a caccia dell’impresa titanica sul tetto d’Europa.
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