Il colosso inglese è giunto in finale di Champions League dopo aver vinto l’ennesima Premier, ma quanta fatica per raggiungere risultati simili negli ultimi cinque anni
Manchester City da una parte, Inter dall’altra. Due delle squadre più rappresentative d’Inghilterra e Italia, ma anche di tutta Europea, a contendersi l’ultimo stadio conclusivo della competizione calcistica europea per club più seguita in assoluto.
Al di là di quel che sarà il verdetto conclusivo, entrambe potranno dire di aver vissuto il loro sogno più grande ed aver lottato con tutte le forze per il suo coronamento. Ma quanta fatica esser giunti fin lì. Non soltanto per i soli calciatori, lo staff tecnico e chiunque abbia assecondato i rispettivi cammini; ma anche per l’incredibile lavoro selettivo svolto dalle due dirigenze nel corso degli anni passati.
Fronte nerazzurri, il presidente Steven Zhang ha fatto molto parlare di sé in relazione alle possibilità di cessione delle quote societarie in favore di investitori esteri ma la verità è che non ha alcuna intenzione di lasciare nelle mani di altri tutto ciò che ha duramente creato. Attraverso difficoltà economiche, impedimenti burocratici di livello internazionale e critiche più disparate, l’Inter resta tale anche grazie a lui.
Mentre un percorso diverso, ben più agevolato, è stato seguito dal City soprattutto nell’ultimo quinquennio. In supporto a questa tesi, ci sono dati sostanziali che confermano come l’impero dei ‘Citizens’ sia stato costruito investendo cifre esorbitanti. Cifre che la controparte nerazzurra non avrebbe potuto neppure sognare da lontano. Ma per crescere, collaudare, vincere e rivincere, servono anche risorse che potrebbero non tornare indietro. Una sorta di investimento a fondo perduto, esclusivo per il miglioramento generale dell’ambiente in tutte le sue singole sfaccettature.
Il City Football Group, questo il nome della società proprietaria del club, avrebbe infatti versato ricavato una cifra vicina ai 731 milioni di euro di cui 49 milioni di profitti soltanto nell’ultima stagione. Impressionante, se non fosse che le spese spalmate nelle stagioni precedenti hanno fatto drizzare i capelli persino agli economisti.
Si parla di circa 600 milioni di euro derivanti dalle spese cumulate di tutti e dodici i club facenti parte del circuito, di cui 163 milioni di perdite soltanto nell’annata 2021-2022. Una tendenza in costante aumento che non promette nulla di buono: le spese salgono mentre i profitti restano stabili, ma non stabili a sufficienza per permettere di registrare veri utili in bilancio.
Lo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan dovrà dunque continuare a sborsare denaro di tasca sua per far sì che tale multiverso possa continuare a coesistere in ogni parte del mondo alle stesse condizioni di benessere. Da multimiliardario non dovrebbe comunque essere un problema.
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