I nerazzurri hanno una settimana di tempo per affinare le tattiche pre-partita in vista della fina di Istanbul contro il City, per il tecnico ci sarà molto da lavorare per arginare la manovra offensiva avversaria
Chiuso il capitolo campionato, l’Inter ha soltanto un ultimo impegno da depennane sul foltissimo calendario stagionale. Raggiungere la finale di Champions League non è da tutti, anzi è privilegio per pochi. Dunque massima concentrazione per fare bella figura e tentare, quantomeno, di portare a casa il miglior risultato possibile.
Al cospetto della formazione nerazzurra di Simone Inzaghi si presenta un Manchester City convintissimo di poter fare la partita. Anche in questa stagione ha nettamente dominato il campionato di Premier League nonostante le spallate dell’Arsenal di Mikel Arteta, altro grande protagonista. Ciò che incute timore non è soltanto da grande solidità difensiva, ma soprattutto il modo e la facilità con cui centrocampisti e attaccanti infittiscono le trame offensive del gioco di Pep Guardiola traendone sempre il massimo vantaggio.
Arginare tale manovra sarà esattamente ciò che l’Inter dovrà mettere in atto sin dal primo minuto per minimizzare i danni nel reparto arretrato. Per questo motivo il tecnico piacentino è già all’opera per definire assieme al suo staff di analisti e preparatori il giusto approccio tattico vista della finale di Istanbul. Con tutte le attenzioni rivolte sull’uomo chiave della formazione inglese, Erling Haaland.
Come ha sottolineato ‘La Gazzetta dello Sport’ nell’analisi pre-partita, il centravanti norvegese ha trovato nel City la sua dimensione ideale. Sfrutta la sua fisicità e rapidità fare breccia nella difesa avversaria con estrema facilità, sfruttando l’assistenza degli esterni e dei fantasisti di supporto alle sue spalle. Parola chiave: profondità.
Questo è il primo tassello da negare ad Haaland. L’Inter dovrà necessariamente abbassare il proprio baricentro formando due linee strette a ridosso dell’area di rigore. Così facendo gli inserimenti filtranti, rasoterra o dall’alto, potrebbero essere più difficili da attuare e maggiormente prevedibili per la retroguardia di Inzaghi.
Il calciatore sarà quindi costretto a giocare spalle alla porta scaricando spesso il possesso sui supporti arretrati, ma la funzione di contenimento del mediano nerazzurro in raddoppio – uno tra Hakan Calhanoglu e Marcelo Brozovic – potrebbe anche metterlo nelle condizioni di perdere il pallone.
Al contempo però attenzione alle bordate dalla distanza nel caso in cui la giocata di scarico riuscisse, altra buona caratteristica di calciatori del calibro di Kevin De Bruyne e Bernardo Silva. In circostanze simili i calciatori nerazzurri potrebbero essere pericolosi birilli per deviazioni imprevedibili che potrebbero impensierire a loro volta André Onana. Sempre che il pallone non s’insacchi prima.
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