Oltre Sommer anche un altro profilo avrebbe potuto far bene all’Inter come erede di Onana, ma il Porto sparava alto il prezzo per Diogo Costa
La cessione di André Onana ha fruttato nelle casse dell’Inter la bellezza di 57 milioni di euro in totale plusvalenza. Ma come ogni altra grande cessione, ha comportato anche un leggero squilibrio negli schemi tattici di Simone Inzaghi e il resto del gruppo nerazzurro. Motivo per cui, senza perdere tempo, la dirigenza si è attivata ancor prima che l’operazione venisse ufficializzata per cercare il sostituto ideale.
Questo ha trovato spazio nelle prestazioni di Yann Sommer, ex Borussia Monchengladbach e Bayern Monaco, profilo d’esperienza e di livello internazionale. Eppure lo svizzero, dall’alto della sua fama, non è stato l’unico sul taccuino di Giuseppe Marotta e Piero Ausilio. Nel corso delle passate settimane si sono susseguiti nomi di spessore, alcuni dei quali particolarmente costosi. Veri e propri investimenti, per lo più rivolti al futuro. Una sorta di simil-Trubin, ma con la prontezza di chi può giocare da subito titolare.
Da Keylor Navas a Gigio Donnarumma, l’Inter ha avuto sottomano anche il profilo di Diogo Costa. Portiere portoghese in rapidissima ascesa e già nel giro della Nazionale maggiore, attualmente siede tra i pali del Porto. I nerazzurri hanno avuto il piacere di incrociarlo per due volte nel corso degli ottavi di finale della passata edizione di Champions League, apprezzando le sue doti e prendendolo in considerazione senza tuttavia aver mai espresso grande interesse nel formulare per lui un’offerta di mercato.
Calciomercato, sondato anche Diogo Costa ma i costi erano esagerati
Probabilmente non una scelta mossa a caso. Perché su Diogo Costa pende tutt’oggi una clausola enorme da 75 milioni di euro per la rescissione anticipata, mentre il Porto avrebbe potuto aprire ad una trattativa soltanto qualora una qualunque pretendente si fosse proposta con una base di 60 milioni di euro.
Cifra comunque irraggiungibile per un club come quello di Viale della Liberazione, fresca per l’appunto di una cessione che ha fruttato comunque meno. E l’ultimo dei desideri di Marotta resta quello di tornare in perdita nelle analisi di bilancio del futuro.