Dubbi sulla tenuta difensiva dell’Inter in campionato, ecco quello che potrebbe servire alla squadra di Inzaghi per compiere il salto di qualità rispetto alla passata stagione
Anche nell’ultima amichevole precampionato disputata contro il Salisburgo, il gioco espresso dall’Inter ha fatto sollevare punti di forza e debolezze da modellare.
Come nel caso specifico della tenuta difensiva, per via di qualche disattenzione di troppo complici le condizioni del campo davvero pessime dopo l’acquazzone subito. Ciò che invece lascia ben sperare è la costruzione fluida a centrocampo, con qualche spunto propositivo in attacco e la spinta sugli esterni.
Queste osservazioni ricalcano inevitabilmente le perplessità già maturate nel corso della passata stagione, specialmente nei primi mesi contro le dirette rivali per la corsa al titolo. La difesa dell’Inter appariva priva di punti di riferimento, con il buon Milan Skriniar che era ormai mentalmente improntato verso la cessione al Paris Saint-Germain. Stefan de Vrij soffriva di cali di concentrazione importanti, mentre il solo Alessandro Bastoni non poteva fungere da colonna portante. Ciò si è tradotto in un numero crescente di reti subite, slanciate anche delle prestazioni calanti di Samir Handanovic prima che André Onana prendesse il suo posto in via ufficiale.
Fatte queste premesse, la domanda sorge spontanea. Cosa ne sarà della difesa dell’Inter in questa stagione? Difficile fare previsioni, soprattutto perché al netto dell’assenza di Skriniar e Danilo D’Ambrosio, il reparto arretrato a disposizione di Simone Inzaghi è rimasto immutato nel tempo. Soltanto Yann Aurel Bisseck resta, finora, l’unico acquisto della società nel ruolo a lui congeniale. Un intervento importante e di prospettiva, certo, che non permette però di dare le giuste garanzie. Tanto più che il gruppo nerazzurro dovrà affrontare la Champions League con la voglia di ripetersi e puntare allo Scudetto.
Inter, la cura per una difesa da ritrovare: mentalità e ultimo colpo sul mercato
All’Inter ci vuole ben altro. Senza ombra di dubbio la ferrea speranza da parte dell’allenatore e la sua capacità di infondere all’interno del gruppo la giusta dose di spavalderia, senza sfociare nella presunzione e nell’agiatezza di chi sa di avere gli strumenti giusti per ben figurare.
Ma soprattutto servirebbe chiudere la sessione estiva di mercato con l’ultimo colpo di sostanza. Qualcuno di roccioso e di esperienza, andando eventualmente a risparmiare sul costo del cartellino e dell’ingaggio. Come nel caso di Rafael Toloi, intorno ai 12 milioni dall’Atalanta. La società punta però profili giovani per rimodernare le file, perciò è necessario equilibrio di intenti per convolare all’obiettivo comune. Maggiore solidità grazie all’innesto definitivo, mentalità rinnovata per opera dello staff tecnico e buone prestazioni da parte di ciascuno dei calciatori coinvolti. Questa potrebbe essere la cura.