Dopo tredici anni dal Triplete, il non troppo apprezzato Marko Arnautovic è tornato, e in tanti temono che l’attaccante non possa essere il bomber di cui l’Inter ha bisogno
È fatta per Arnautovic all’Inter. La società nerazzurra lo ha pagato 8 milioni più 2 di bonus. Al giocatore andrà un ingaggio attorno ai 2 milioni di euro (o un milione più uno di bonus). Firmerà dunque un biennale. I 2 milioni sono in realtà 3,7 milioni (gli stessi che percepiva al Bologna), ma il nuovo acquisto usufruirà del Decreto Crescita. Mercoledì sono previste le visite mediche e sabato, se tutto va bene, Marko dovrebbe essere a disposizione di Inzaghi per l’esordio contro il Monza.
Partiamo da un’evidenza: Arnautovic non è mai stato un bomber apprezzato. Nelle ultime tredici stagioni (quelle post Inter) ha siglato 109 goal in 390 partite tra campionati e coppe. Con una media stagionale di 8,3. Molto poco per un giocatore che viene presentato come un centravanti puro.
In realtà Arnautovic non nasce come una punta centrale. Da ragazzo era un centrocampista offensivo, poi trasformato esterno. In Inghilterra, al West Ham soprattutto, ha cominicato a specializzarsi nel ruolo di attaccante vecchio stile. Ma proprio la versalità è stata la cifra principale che lo ha reso un giocatore appetibile per varie squadre, dalla Premier alla Cina.
Lo stiamo sottovalutando troppo? Può essere. I supporter interisti hanno sottovalutato anche Darmian, Acerbi e Mhkytarian, che sono stati tre acquisti azzeccatissime della società nerazzurra. Arnautovic può fare reparto da solo, ha un buon fisico, conosce la A e può reggere l’attacco con Lautaro mentre Thuram si ambienta.
Marko torna a Milano in età abbastanza avanzata, e ci sono parecchi dubbi sulla sua tenuta fisica dopo la scorsa stagione, quando è stato più in infermeria che in campo. Non piace neanche il costo relativamente troppo alto dell’operazione.
Tecnicamente, l’austriaco sa il fatto suo e ha esperienza tattica. Ma non è mai stato un cecchino e non è mai stato protagonista in un contesto dove si dovesse lottare per le posizioni di vertice.
A ogni modo, per il gioco di Inzaghi potrebbe essere perfetto, in quanto è il tipico centroavanti che sa legare i reparti e che si sacrifica anche in copertura. C’è chi dice che come riserva non può essere tanto male. Ma il punto è che all’Inter, con quattro attaccanti in rosa e più di 100 partite da disputare (se tutto va bene), non ci sono vere e proprie riserve. Gli attaccanti ruotano…
Al posto del Tucu Correa, andrebbe benissimo. Avremmo guadagnato un attaccante tosto, d’esperienza, sempre prezioso nel legare il gioco, soprattutto spalle alla porta. Il dubbio è che l’ex Wender Brema non sia arrivato come sostituto dell’argentino ma di Dzeko.
E in questo senso il downgrade è evidente. Se tecnicamente e tatticamente, Aranutovic potrebbe essere più o meno affidabile, caratterialmente il suo arrivo potrebbe creare un po’ di problemi. L’austriaco è sempre stato una primadonna. “Deve sentirsi apprezzato“, dicono i suoi ex allenatori.
Thiago Motta l’ha ripreso e punito per quasi tutta la scorsa stagione e non si è strappato i capelli alla notizia del suo addio. Mettiamo che al posto di Correa possa arrivare Alexis Sanchez a zero. Avremmo in rosa due caratteri forti da gestire con le pinze. Due vecchi narcisisti che non accetterebbero tranquillamente il ruolo di riserve o simil-riserve.
Nell’ultima stagione in nerazzurro, Correa ha dato davvero poco. E la società spera davvero che possano arrivare delle offerte interessanti. Il Tuco sta bene a Milano, ma probabilmente anche lui ha capito che forse è meglio trovarsi un’altra squadra per non sprofondare in un vero e proprio baratro.
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