Alexis Sanchez è tornato all’Inter, si dice carico e felice, ma c’è chi solleva dubbi sul senso di questo retour de flamme
Durante il suo ultimo anno in nerazzurro El Niño Maravilla non è sempre stato un tesserato ligio alle gerarchie e al 100% disposto ad accettare le scelte dell’allenatore. Poche settimane dopo l’arrivo di Inzaghi, scontento per le troppe panchine, il giocatore aveva postato sul proprio profilo Instagram una storia (poi rimossa) con una Lamborghini in mezzo alla sabbia con questa didascalia: “Puoi valere molto, ma se sei nel posto sbagliato, non brillerai”.
Fu il primo di tanti messaggi polemici, più o meno espliciti. Sintomi di una chiara insofferenza nei confronti delle scelte del mister. L’exploit arrivò sul finale di stagione…
Dopo aver deciso la Coppa Italia in finale contro la Juve, il cileno si presentò di fronte alle telecamere dichiarandosi un leone in gabbia: “I campioni sono così… se non giocano stanno male”
Trasferitosi al Marsiglia, Sanchez ha continuato a pungere la sua ex squadra e soprattutto Inzaghi. Più di una volta ha denunciato un trattamento secondo lui ingiusto. “All’Inter ero sereno“, aveva detto in un’intervista a Tnt Sports Chile, “però loro non mi hanno dato la possibilità di dimostrare il mio valore. Io ho sempre detto che mi avrebbero potuto criticare se avessi giocato male, e invece mi giudicavano senza darmi la chance di mostrare quanto valessi“.
Proprio queste vecchie uscite di Sanchez fanno nascere dei dubbi a proposito della scelta di riportarlo a Milano. Si teme che possa destabilizzare la squadra o insubordinarsi, reclamando uno spazio che Inzaghi già conta di non concedergli. Il Niño è il quarto attaccante. Giocherà, come ha giocato Correa, ma non sarà l’intoccabile del reparto avanzato.
Il leone ritorna nella gabbia: Inzaghi lo vede come quarta scelta
“È stato ingiusto“, disse Sanchez nell’intervista dello scorso anno. “Ero un leone in gabbia“. Sì, la metafora che l’attaccante cileno ha usato spesso anche negli ultimi mesi a Milano, di fronte alle tecamere e sui suoi canali social. “Una volta ho detto a Inzaghi che avremmo perso se non mi avesse fatto giocare contro il Milan. E accadde proprio così. Non gli ho detto più niente, dovevo essere come un elefante: bocca chiusa e orecchie grandi. Poi l’Inter ha perso, ma mi domando: perché Inzaghi non mi fece giocare?“.
Qui Sanchez parlava proprio lo stesso derby in cui perse un pallone sanguinoso al 75′ a metà campo, dando così spazio alla ripartenza del pareggio di Olivier Giroud. Come sappiamo, il Milan vinse quella partita riaprendo le sorti del campionato alla ventuquattresima giornata.
I campioni sono fatti così… e così fanno perdere i campionati. Inoltre Sanchez ha sofferto vari infortuni durante il suo periodo nerazzurro: reggerà fisicamente a quasi trentacinque anni?
I dubbi di Bergomi su Sanchez
A Sky Sport, anche l’ex capitano nerazzurro Giuseppe Bergomi ha voluto esprimere qualche dubbio sul ritorno di Alexis Sanchez. Pur non discutendo il valore tecnico del calciatore, Belgomi ha voluto avanzare dubbi sul piano caratteriale e la forma fisica di Sanchez. “Accetterà di fare la quarta punta?”, si è domandato lo Zio.
“È stato un ottimo giocatore in Udinese, Barcellona e Arsenal. Poi è iniziata la parabola discendente. Rimango perplesso perché non si è lasciato bene, anche come dichiarazioni. Lui è uno caratteriale…”
I tifosi si interrogano anche sul piano gestionale. Che senso ha avuto pagargli una buonuscita da quasi 5 milioni per poi riprenderlo l’anno dopo? Si spera solo che Alexis abbia chiarito con Inzaghi e sappia quale dovrà essere il suo nuovo ruolo in rosa. Un leone in gabbia è inoffensivo, ma fa comunque parecchio rumore, sporca ed è impegnativo da mantenere a livello economico.
Simone Inzaghi dovrà subito chiarire chi è che comanda. Il leone va domato subito. Patti chiari e amicizia lunga: questo sarà il mantra che darà senso al ritorno del Niño.