Con l’arrivo del francese, il ‘tuttofare made in Italy’ sembra ora destinato a venir relegato effettivamente in panchina. Ecco a cosa ha pensato il tecnico piacentino
Ci son voluti circa tre mesi di tempo, considerata l’apertura ufficiale di questa finestra di calciomercato estiva manifestatasi a inizio giugno e terminata nella giornata di ieri, per poter vedere l’Inter accogliere l’erede di Milan Skriniar, passato a zero al Psg.
Sì, stiamo parlando proprio di Benjamin Pavard: ormai ex difensore del Bayern Monaco approdato a Milano negli scorsi giorni per 30 milioni di euro + 2 di bonus (di fatto, è il suo il trasferimento più oneroso giunto in A in questa finestra estiva).
Un innesto, il suo, che permetterà a Simone Inzaghi di aggiungere ulteriore qualità ed esperienza all’interno della propria rosa (ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di un Campione del Mondo, tra le tante cose, col vizio del gol).
Pavard prenderà, di fatto, il posto di Milan Skriniar, ricoperto in questi ultimi mesi alla grande da Matteo Darmian: calciatore che, da anni ormai, sta dando tantissimo alla causa interista. L’ex Torino si è, infatti, dimostrato in una qualsiasi circostanza un professionista esemplare rimanendo in silenzio al proprio posto anche quando non impiegato.
Da dire che, anche in un ruolo inizialmente non suo (come quello di braccetto di destra) il ‘tuttofare made in Italy’ ha poi saputo come rispondere immediatamente presente. Complice l’arrivo del francese, però, qualcosa rischia di cambiare eccome all’interno delle gerarchie dell’attuale tecnico dell’Inter.
Matteo Darmian, ad oggi, resta l’effettivo sostituto di Benjamin Pavard: da poco approdato all’Inter dopo l’addio dal Bayern Monaco.
Sarà, di fatto, l’ex Manchester United e Torino a consentire di tirare il fiato al francese quando, magari, non al meglio. Di conseguenza, Darmian passerà così da essere un titolare ad un semplice sostituto. Anzi: ci correggiamo. Forse forse, in fin dei conti, neanche chissà quanto semplice.
Ad essere sinceri, infatti, ciò non toglie che Inzaghi non possa finire per arruolare il classe ’89 – convocato nelle scorse ore anche in Nazionale dal neo tecnico degli ‘Azzurri’, Luciano Spalletti – non soltanto nei tre di difesa, ma anche da quinto di centrocampo: sia sulla corsia di destra che su quella di sinistra in questo caso. Cosa che accadeva già in passato, per intenderci.
Parlandoci chiaro, ad oggi viene alquanto difficile rinunciare ad un calciatore che, negli anni, si è sempre e comunque dimostrato professionale e che ha, di volta in volta, risposto presente quando chiamato in causa. Magari anche all’improvviso.
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