Una tempesta: ecco da dove è uscito l’Inzaghi più forte e consapevole, l’allenatore che sta dimostrando di voler portare l’Inter di nuovo in alto
È dolce cosa rammentar nel porto le tempeste passate, scriveva l’intellettuale Vincenzo Cuoco nell’Ottocento. E tale immagine letteraria vale di certo per Simone Inzaghi, fresco di rinnovo con l’Inter, dopo aver sfiorato l’esonero con infamia la primavera scorsa. Il tecnico ripenserà spesso a quello che gli accaduto in mezzo, fra i tormentosi e tempestosi giorni in cui tutti volevano la sua testa e i plausi per la riconferma con prolungamento. Ovvero alla fantastica cavalcata in Champions.
Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, concosce bene Simone Inzaghi. E ha anche abbastanza familiarità con Stefano Pioli. Entrambi sono stati allenatori biancocelesti e hanno dunque lavorato a stretto contatto con il cinquantenne albanese. In vista del derby che sembra opporre gli allenatori più in forma della Serie A, Tare ha voluto quindi analizzare le affinità e le differenze fra i due tecnici.
L’ex direttore sportivo della Lazio ha parlato nel corso di un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, e si è dimostrato un fine esegeta di caratteri. Descrivendo Inzaghi, Tare ha saputo centrare alcune delle note dominanti della personalità del tecnico piacentino, ponendo poi l’accento sull’importanza delle sue attuali conquinste.
In tal senso, l’ex collaboratore di Lotito ha descritto Inzaghi come di un uomo vincente, perché capace di resistere e sopravvivere a una tempesta, uscendone più forte e libero.
L’intervistato ha anche cercato di spiegare quali sono i tratti caratteriali che accomunano Inzaghi e Pioli. Una qualità su tutte, secondo Tare, rende i due allenatori simili: l’empatia. Sia l’allenatore dell’Inter che quello del Milan sanno insomma creare un legame forte con i calciatori, e proprio per questo, in cambio, ottengono fiducia. “Forse, tra i due, Inzaghi è ancora un po’ più… giocatore: tende a essere un amico, anche se sa quando tenere le distanze“.
Inzaghi sopravvissuto alla tempesta: Tare svela la forza dell’allenatore dell’Inter
Le differenze riscontrate da Tare riguardano ovviamente l’evoluzione tattica. “Inzaghi è partito con uno stesso modulo perfezionato negli anni: il 3-5-2 è un punto di forza, dà sicurezze. Pioli ha variato di più: già da noi spesso usava il 4-3-3, ma ha vinto uno scudetto con il 4-2-3-1“.
Tare ha riconosciuto che all’inizio potevano aver senso i tanti dubbi poi espressi dai più critici su Simone Inzaghi. Per l’Inter poteva in effetti apparire come un tecnico troppo giovane e poco internazionale. “E, invece, ha già una bacheca molto più ricca di tanti vecchi. È riuscito ad accorciare i tempi grazie alla sua tenacia e ha perfino sfiorato la Champions”.
Poi l’ex dirigente ha voluto ricordare in che modo Inzaghi, l’anno scorso, era stato messo “spalle al muro“. Sembrava spacciato. Ma, contro tutto e tutti, ha saputo recuperare. “È stato straordinario nel non cedere alle pressioni esterne e a concentrarsi sul presente. Pochi altri sarebbero usciti vivi. Resistendo a quella tempesta per Inzaghi è cambiato tutto: questa è finalmente la sua Inter“.
Diversa la storia per Pioli, che è arrivato al Milan con un bagaglio più ampio di esperienze. Tra cui, appunto, la parentesi all’Inter. Per Tare, Pioli è però cresciuto soprattutto alla Lazio e alla Fiorentina, squadra che l’ha preparato per il salto definitivo.
“Aveva la giusta maturità già al momento dell’arrivo a Milano“, ha concluso Tare. “Poi la sua crescita l’abbiamo vista fino allo scudetto. La sua mano si vede nel modo in cui ha integrato i nuovi: Pulisic, Reijnders, Loftus-Cheek, gente che dà ritmo e cambia la partita“.