Tempi difficili per la Juve (si parla di quasi 800 milioni di debito e più di 170 in bond con scadenza a 24 mesi); la soluzione a tanti guai potrebbe arrivare con la cessione per 3 miliardi di euro
I qatarioti, fino a qualche mese fa chiamati in causa come potenziali acquirenti dell’Inter, sembrano all’improvviso proiettati verso la Juve. Le voci su una cessione del club bianconero si sono diffuse nelle scorse ore, dopo un articolo parecchio discusso comparso su Il Giornale, che nonostante le varie smentite del caso continua a suscitare reazioni contrastanti.
Secondo quanto raccontato dall’approfondimento comparso sul quotidiano Exor N.V., la holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Agnelli, potrebbe non ritener più così sostenibile la gestione della società calcistica torinese. Da qui le voci di una possibile cessione. Nelle scorse ore, però, lo stesso John Elkann è intervenuto in prima persona per tranquillizzare i tifosi. Con una nota ufficiale, il numero uno del club ha comunicato che le “ipotesi ventilate da un quotidiano sulla cessione della Juventus sono destituite di ogni fondamento“.
Il quotidiano in questione è il Giornale, sulle cui pagine, un paio di giorni fa, è comparso un articolo in cui si rivelava l’esistenza di un piano per vendere la Juventus. A chi? Probabilmente a qualche fondo del Qatar, a un riccone saudita o a una cordata statunitense.
3 miliardi per la cessione della Juve: soldi dal Qatar o dall’Arabia Saudita
Le intenzioni di Elkann hanno di certo un valore importante. E se il numero uno della Juve ha espresso la volontà di conservare il club, bisogna dar credito a ciò che ha voluto comunicare. Ciononostante, è impossibile negare che per Exor la gestione della Juve sia diventata negli ultimi anni impossibile. Il club sta fronteggiando da anni una crisi economica dovuta a cattive scelte strategiche, guai finanziari, fallimenti sportivi e problemi giudiziari.
E qui potrebbero inserirsi i qatarioti o i sauditi. Il fratello del principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammad bin Salman Al Sa ‘ud, cioè il proprietario del fondo PIF, si chiama Turki Bin, e secondo quanto si racconta in Medioriente sarebbe un tifoso sfegatato della Juventus. Turki starebbe aspettando solo l’occasione giusta per farsi avanti.
La Juventus, finora, non è mai stata sul mercato e per questo PIF non si è mai fatto avanti. Ma un piccolo spiraglio, malgrado le smentite di Elkann, si è aperto, e ora gli arabi potrebbero presentare un’offerta.
La versione di Bava: “Il club in vendita da dicembre“
Della possibile messa in vendita della Juve ha parlato anche Marco Bava, piccolo azionista del club bianconero. Intervenuto ai microfoni di TvPlay, Bava non ha negato l’ipotesi di un passaggio di proprietà e ha anche aggiunto dei particolari sull’ipotetica cifra per la vendita della società e il possibile acquirente.
Per Bava il referente non è PIF ma un fondo qatariota. “Il potere che aveva l’avvocato Agnelli o che aveva Umberto era infinitamente superiore a quello del singolo Agnelli di questo momento, compreso John“, ha spiegato Bava. “C’era maggior disponibilità al dialogo, anche se alla fine decidevano loro. Ora non succede più”.
In questo senso, secondo Bava Elkann non potrebbe decire di bloccare il processo di vendita. A stabilire cosa fare della Juve saranno gli azionisti. Dopodiché l’intervistato ha aggiunto che una quindicina di giorni fa il presidente del consiglio Giorgia Meloni è andato a Monza, e non c’era Elkann. “L’avvocato Agnelli ci sarebbe stato: era presente a qualsiasi evento. È un modo di non considerare la responsabilità del potere che si ha”.
“Dire che la Juventus sia sul mercato non è fuori dal mondo. Almeno da dicembre la Juve è sul mercato e c’è chi è pronto a pagarla 3 miliardi: il Qatar”, ha dichiarato Bava. Che poi ha concluso: “Si tratta di un discorso tecnico e economico. Loro puntano a fare soldi e solo il Qatar può garantirli. Anche per le scelte politiche che sta facendo il Qatar”.