Doveva essere la partita della fuga ma la squadra di Inzaghi è ricaduta nel vecchio vizio: come l’anno scorso, le scelte del mister creano confusione
Il Sassuolo era un avversario complicato e l’Inter non è scesa così male in campo: per tutto il primo tempo, gli uomini di Inzaghi hanno proposto gioco e creato occasioni. Poi la stanchezza ha piegato le gambe dei giocatori finora più sfruttati e confuso il loro gioco. La squadra si è allungata parecchio, quindi si è scollata quasi del tutto. Lautaro è apparso nervoso e isolato, Sommer si è fatto sorprendere e il centrocampo ha cominciato a perdere le distanze.
Da parte sua, Simone Inzaghi ha sbagliato mostrandosi poco coraggioso nelle scelte: non ha rischiato dei cambi che, a posteriori, sembravano necessari già dal primo minuto. Darmian, Dimarco, Mkhitaryan, Calhanoglu e Lautaro sono apparsi stanchi e spesso fuori fuoco. E forse sarebbe stato più furbo farli partire dalla panchina, dando spazio a Pavard, Carlos Augusto, Frattesi, Klaassen (o Asllani) e Sanchez.
La fuga in campionato si è dunque già arrestata dopo cinque partite, e come succedeva l’anno scorso l’Inter ha perso una sfida che poteva essere gestita diversamente. Partire dall’1-0 in casa dovrebbe dare sicurezze che la squadra nerazzurra non ha saputo gestire. La scorsa stagione è successo lo stesso tante, troppe altre volte. E chi vuol vincere lo Scudetto non può permettersi simili scivoloni. E, soprattutto, non può giocare un tempo solo.
Il Milan, battuto 5-1 nel derby, è tornato a dividere con l’Inter il ruolo di capolista a quota 15. E in questo modo è stato azzerato il vantaggio accumulato con la buona partenza in campionato. L’Inter ha forse peccato di presunzione (spesso ha giocato con leziosità e senza cattiveria) o ha sottovalutato gli avversari. Fatto sta che ha subìto un ko che pareva evitabile.
Niente più fuga: Inzaghi condanna l’Inter contro il Sassuolo
Il pareggio del Sassuolo è nato da un intervento sfortunato di Sommer, e poteva starci. Il vantaggio dei neroverdi è maturato invece da un’azione solita e prevedibile: Berardi che converge e tira da fuori area. I centrocampisti e i difensori avrebbero potuto arginarlo in tanti modi. Anche con un fallo. Ciò che è più grave è che l’Inter non ha saputo reagire. Presi i due goal si è spenta.
Inzaghi ha schierato in campo giocatori palesemente stanchi come Darmian, Mkhitaryan e Lautaro. Sull’attaccante non aveva troppa scelta, dato che l’unica alternativa (Sanchez) non è al top della forma. Ma sul braccetto destro e la mezzala poteva rischiare altri nomi. Pavard e Frattesi, forse, avrebbero potuto cambiare la partita.
L’anno scorso l’Inter ha perso in campionato ben dodici partite, lasciandosi più volte soprendere o bloccare da squadre di medio-bassa classifica. Colpa dei cali di tensione. Oppure dell’incapacità di Inzaghi di gestire le alternative. Una sconfitta in sei giornate ci può stare: un passo falso è accettabile.
Non è però il caso di sottovalutare la brutta prestazione dell’Inter, proprio perché potrebbero riproporsi i problemi affrontati e non risolti dello scorso anno. Spesso, nella scorsa stagione, ha archiviato certe sconfitte parlando di sfortuna o di incidenti di percorso. Non deve più succedere. Le sconfitte vanno valutate, digerite e spiegate con lucidità, affinché non si ripresentino.
Il cambio Thuram-Sanchez: perché l’allenatore ha tolto il francese e non Lautaro?
La situazione è evidente: l’Inter di Simone Inzaghi ha rimediato la prima sconfitta stagionale nel turno infrasettimanale di Serie A mostrando scarsa lucidità e soprattutto stanchezza fisica. Il Sassuolo è una buona squadra, e non è la prima volta che sbanca con il solito Berardi contro i nerazzurri. Ma Inzaghi e i giocatori nerazzurri potevano reagire diversamente. Ed è per questo che ora vanno criticati.
L’allenatore non ha sbagliato a preparare la gara ma non ha saputo dirigerla in corso. E ha poi sbagliato i cambi, specie quello in attacco. Marcus Thuram appariva più in forma e più pericoloso di Lautaro. E forse sarebbe stato meglio far uscire l’argentino.
Magari Inzaghi avrebbe potuto anche tentare il tridente, o Sanchez dietro le punte, come ha fatto contro la Real Sociedad. Ha scelto diversamente e a fine partita non ha saputo ben spiegare il perché…